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Un giovane profugo siriano in una fabbrica di calzature a Gaziantep, in Turchia, il 16 maggio 2016. (Chris McGrath, Getty Images)
Un ragazzo siriano lavora in un’azienda di abbigliamento a Gaziantep, in Turchia, il 17 maggio 2016. (Chris McGrath, Getty Images)
Un ragazzo siriano lavora in un’azienda di abbigliamento a Gaziantep, in Turchia, il 16 maggio 2016. (Chris McGrath, Getty Images)
Un profugo siriano lavora in una fabbrica di calzature a Gaziantep, in Turchia, il 16 maggio 2016. (Chris McGrath, Getty Images)
Profughi siriani in una fabbrica di Gaziantep, in Turchia, il 17 maggio 2016. (Chris McGrath, Getty Images)
Un giovane profugo siriano lavora a Gaziantep, in Turchia, il 16 maggio 2016. (Chris McGrath, Getty Images)
Una fabbrica di abbigliamento a Gaziantep, in Turchia, il 16 maggio 2016. (Chris McGrath, Getty Images)
Un ragazzo siriano lavora in un’azienda di abbigliamento a Gaziantep, in Turchia, il 16 maggio 2016. (Chris McGrath, Getty Images)
Giovani profughi siriani lavorano a Gaziantep, in Turchia, il 17 maggio 2016. (Chris McGrath, Getty Images)
Un giovane profugo siriano lavora in una fabbrica di scarpe a Gaziantep, in Turchia, il 16 maggio 2016. (Chris McGrath, Getty Images)

Profughi, minori e sfruttati

Il 12 giugno è stata la giornata mondiale contro il lavoro minorile. Secondo una stima dell’Unicef nel mondo ci sono 150 milioni di bambini tra i 4 e 15 anni costretti a lavorare.

Gaziantep è una città dell’Anatolia sudorientale vicina al confine siriano, a circa 95 chilometri da Aleppo. Qui il governo turco ha costruito un immenso campo profughi che però non riceve alcuna assistenza da parte dello stato. Dopo la chiusura delle rotte per l’Europa, il numero dei siriani presenti in Turchia è destinato ad aumentare. Oggi nella città di Gaziantep vivono circa 300mila profughi. Tra di loro ci sono migliaia di bambini arrivati nel paese da soli, dopo aver perso le loro famiglie in Siria.

Le fabbriche di abbigliamento e di calzature della città hanno cominciato a reclutare come operai anche i profughi, compresi i minori tra i sette e i dieci anni. Nonostante i turni faticosi e lo stipendio bassissimo, per questi ragazzi lavorare in fabbrica rappresenta l’unico modo per potersi mantenere.

I profughi delle fabbriche di Gaziantep guadagnano circa 400 lire turche (circa 130 euro), molto meno rispetto allo stipendio minimo mensile garantito nel paese, che è di 1.647 lire.

Le fotografie sono state scattate da Chris McGrath tra il 16 e il 17 maggio 2016.

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