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La sezione di un ghiacciaio lungo la costa della baia di Baffin, in Groenlandia, il 27 marzo. (Mario Tama, Getty Images)
Il tecnico della Nasa Lauren Prinski guarda dal finestrino dell’aeroplano usato per l’operazione IceBridge, a Pituffik, in Groenlandia, il 30 marzo. (Mario Tama, Getty Images)
Sull’isola di Ellesmere, in Canada, il 29 marzo. (Mario Tama, Getty Images)
Sulla baia di Baffin, in Groenlandia, il 27 marzo. (Mario Tama, Getty Images)
Una lepre scarpa da neve vicino alla base aerea di Thule a Pituffik, in Groenlandia, il 25 marzo. (Mario Tama, Getty Images)
Case a a Pituffik, in Groenlandia, il 25 marzo. (Mario Tama, Getty Images)
Sulla baia di Baffin, in Groenlandia, il 27 marzo. (Mario Tama, Getty Images)
Raffiche di vento vicino alla base aerea di Thule a Pituffik, in Groenlandia, il 25 marzo. (Mario Tama, Getty Images)
Lo scienziato della Nasa Nathan Kurtz analizza un ghiacciaio a Pituffik, in Groenlandia, il 26 marzo. (Mario Tama, Getty Images)
Sulla baia di Baffin, in Groenlandia, il 27 marzo. (Mario Tama, Getty Images)

In volo sull’Artico che scompare

Il fotografo Mario Tama è appena tornato dal viaggio nell’Artico nel quale ha accompagnato i ricercatori della Nasa nell’operazione IceBridge, un’impresa che prevede il monitoraggio aereo sopra alcune zone dell’Artico in Canada e Groenlandia.

L’obiettivo dell’operazione è valutare il mutamento delle calotte polari negli ultimi nove anni. Gli aerei sono partiti dalla base di Thule, nel nordovest della Groenlandia. Tama che lavora per Getty image riferisce che “ secondo la Nasa e i dati riportati dal National snow and ice data center il 7 marzo, il ghiaccio marino nell’Artico ha raggiunto l’estensione invernale più bassa mai registrata”.

Osservando il comportamento del mar Glaciale artico secondo alcuni studiosi del National Geographic, entro un anno potrebbe essere superato il punto di non ritorno. Entro il 2030 nel periodo estivo il ghiaccio marino potrebbe sparire.

Le cause che portano allo scioglimento delle calotte polari sono molteplici, ma l’aumento globale e costante delle temperature è la più urgente.

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