Aggiornamenti sulla pandemia dall’Italia e dal mondo, commenti, numeri, foto e video.
Il punto sul coronavirus in Italia
Il 15 maggio, alle ore 18, la protezione civile ha presentato il bollettino sulla diffusione del nuovo coronavirus (Sars-cov-2) in Italia.
I dati diffusi dalla protezione civile, anche se utili, vanno letti con cautela. A volte mancano quelli di una o più regioni, e soprattutto non sono omogenei, cioè i criteri con cui sono raccolti non sono gli stessi in tutte le regioni.
Oggi è prevista in consiglio dei ministri l’approvazione di un decreto legge quadro, che sarà seguìto da un dpcm (decreto del presidente del consiglio dei ministri), con le regole per gli spostamenti all’interno delle regioni e tra una regione e l’altra. La bozza del decreto prevede libertà di movimento all’interno della propria regione a partire dal 18 maggio, senza autocertificazione. Gli spostamenti tra una regione e l’altra dovrebbero essere permessi dal 3 giugno.
Dal 18 maggio oltre ai congiunti sarà possibile incontrare gli amici. Non ci sono limitazioni sul numero di persone che si possono incontrare, ma bisognerà rispettare il distanziamento sociale.
Secondo le stime dell’Istat, a marzo il fatturato dell’industria si è ridotto del 25,8 per cento rispetto al mese precedente.
Il ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli ha dichiarato che le aziende che rispettano il protocollo e consentono ai dipendenti di lavorare in sicurezza non saranno considerate responsabili di eventuali contagi.
La pandemia complica i soccorsi dopo il tifone nelle Filippine
Il numero dei casi di covid-19 nelle Filippine ha superato la soglia di 12mila e ottocento persone sono morte, ha fatto sapere il ministro della sanità il 15 maggio. La pandemia, inoltre, sta complicando la risposta del governo al tifone Vongfong, che si è abbattuto sulle province orientali il pomeriggio del 14 maggio.
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— ABC News (@abcnews) ?
Circa 200mila persone che vivono nelle zone vicino alla costa o alle montagne devono essere trasferite nei centri di accoglienza perché le loro case rischiano di essere colpite da frane o inondazioni. Ma le regole di distanziamento sociale rendono difficili le operazioni. “È veramente un incubo qui”, ha detto a Cnn Philippines Ben Evardone, il governatore della provincia di Samar orientale. “Il problema è dove ammassare la popolazione assicurandoci che siano mantenute le distanze di sicurezza”. Nei centri di accoglienza si cerca di suddividere le persone in varie stanze e di distribuire le mascherine a tutti gli ospiti.
Il tifone Vongfong è il primo ad aver colpito le Filippine quest’anno. In media nell’arcipelago di settemila isole sono registrati circa venti tifoni all’anno. Secondo le previsioni Vongfong si sta muovendo verso nordovest e dovrebbe colpire Luzon, l’isola più grande del paese, dove si trova la capitale Manila, che resta sotto lockdown.
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— World Health Organization Philippines (@WHOPhilippines) ?
Londra chiude le strade al traffico per incoraggiare gli spostamenti a piedi
Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha annunciato un piano per pedonalizzare ampie zone della capitale, in modo da incoraggiare gli abitanti a spostarsi a piedi o in bicicletta piuttosto che con i mezzi pubblici o in auto. La zona chiusa al traffico di veicoli a motore privati dovrebbe essere una delle più grandi al mondo.
Il 13 maggio il governo ha allentato alcune misure d’isolamento e ha incoraggiato i cittadini a tornare al lavoro, ma a Londra questo ha provocato il sovraffollamento dei mezzi pubblici e ha scatenato polemiche sui rischi per la salute. Per rispettare la distanza di sicurezza di due metri, i mezzi pubblici di Londra dovrebbero trasportare non più del 15 per cento del consueto numero di passeggeri.
Khan ha avvertito che se la differenza dovesse essere compensata ricorrendo alle auto, il risultato sarebbe il blocco del traffico e un pericoloso aumento dell’inquinamento dell’aria. Per scoraggiare l’uso dei veicoli privati – e per rimpinguare le casse dell’azienda dei trasporti londinesi, svuotate dal lockdown – il pedaggio per l’accesso al centro di Londra, che era stato sospeso a marzo, sarà riattivato e portato da 11,50 a 15 sterline.
Perché Montréal è una delle città più colpite al mondo
Montréal, la capitale della provincia del Québec, è l’epicentro dell’epidemia di covid-19 in Canada. Su un totale nazionale di circa 70mila casi e cinquemila morti, la città, che conta due milioni di abitanti, ha avuto 20mila casi positivi e più di 2.100 morti. Il 64 per cento dell’intera provincia.
Al momento il Québec è il settimo posto al mondo per numero di contagi giornalieri.
Come si spiegano questi dati? In parte, secondo gli esperti, con il fatto che le autorità cittadine non sono riuscite a proteggere le persone che già vivevano in condizioni difficili, come gli anziani. Alcune inchieste hanno rivelato che una residenza per anziani ha nascosto la morte di 31 persone. La maggior parte di loro sarebbe morta dopo che gli operatori avevano abbandonato la struttura. Quelli sopravvissuti sono stati trovati abbandonati, senza acqua e cibo e senza essere stati cambiati per giorni. Secondo i dati ufficiali, l’82 per cento dei morti totali in città viveva in residenze di questo tipo.
Altre persone che non sono state protette sono i richiedenti asilo, che vivono nei quartieri più poveri della città e spesso lavorano proprio nelle residenze per anziani. “A fine turno”, scrive il Guardian, “tornavano nei loro appartamenti sovraffollati”.
Anche le altre zone della città particolarmente colpite dal covid-19 sono abitate in maggioranza da immigrati e famiglie con redditi bassi. In questi quartieri mancano trasporti, assistenza sanitaria, accesso a internet e c’è diffidenza nei confronti delle forze dell’ordine.
Negli ultimi anni Montréal ha vissuto un processo di trasformazione che ha fatto aumentare il prezzo delle proprietà e dei servizi, emarginando una parte della popolazione.
Intanto il Québec è diventato la prima provincia canadese a riaprire le scuole, con un numero limitato di studenti per ogni aula e il divieto per i bambini di scambiarsi il materiale scolastico.
In Grecia riaprono gli stabilimenti balneari
Dal 16 maggio in Grecia gli stabilimenti balneari saranno autorizzati a riaprire, a patto di rispettare una serie di misure di sicurezza stabilite dal ministero della salute. La densità massima sarà di 40 persone per mille metri quadrati, tra gli ombrelloni ci dovrà essere una distanza di almeno 4 metri, bar e ristoranti potranno servire solo cibi e bevande da asporto e gli alcolici saranno proibiti. Inoltre saranno vietati tutti gli sport di contatto.
In Grecia le spiagge pubbliche erano già aperte dal 4 maggio, quando è cominciato l’allentamento progressivo delle misure d’isolamento, ma il governo ha deciso di anticipare la riapertura di quelle attrezzate anche in previsione di un’ondata di calore che nel fine settimana potrebbe far raggiungere le temperature più alte mai toccate nel paese a maggio.
Grazie a uno dei tassi di contagio più bassi in Europa, con 2,700 casi confermati e 156 decessi, la Grecia ha già lanciato il suo piano per cercare di limitare i danni al settore turistico, che vale il 12 per cento del suo pil. Dal 18 maggio tutti gli spostamenti sulla terraferma e verso l’isola di Creta dovrebbero essere nuovamente autorizzati, mentre dal 1 giugno dovrebbero riaprire bar e ristoranti e dalla fine di giugno gli alberghi.
Principali destinazioni turistiche europee, per notti prenotate, in milioni, nel 2018
Nello Yemen aumentano i casi e chiudono gli ospedali
Nell’ultima settimana è stato registrato un drammatico aumento delle persone decedute con i sintomi riconducibili al covid-19 nello Yemen, in particolare nella città meridionale di Aden. Secondo Save the children le vittime sono 385. In una nota pubblicata il 14 maggio, l’ong riferisce che sette ospedali ad Aden hanno chiuso e alcuni lavoratori del settore sanitario si rifiutano di svolgere le loro attività a causa della mancanza di dispositivi di protezione. I due principali ospedali pubblici della città forniscono solo servizi di emergenza e non accettano pazienti, neanche in pediatria.
“I nostri operatori sul campo vedono persone rimandate indietro dagli ospedali, che respirano a fatica o addirittura perdono i sensi”, ha detto Mohammed Alshamaa, direttore dei programmi di Save the children nello Yemen. Anche le Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme sulla trasmissione del virus all’interno delle comunità in tutto il paese. Nello Yemen ci sono solo cinquecento ventilatori e cinque laboratori in grado di condurre test per individuare il virus.
Brasile e Messico entrano nella fase peggiore dell’epidemia
Il 14 maggio in Brasile 835 persone sono morte di covid-19, il numero giornaliero più alto da quando è cominciata l’emergenza. Al momento il paese conta 200mila contagi e 14mila morti.
Come è successo in Europa all’inizio dell’epidemia – e come succede ora in tanti paesi latinoamericani – gli esperti avvertono che i numeri reali potrebbero essere molto più alti, perché i tamponi vengono fatti solo alle persone che vanno in ospedale. Secondo una stima dei ricercatori dell’università di São Paulo, il numero di contagi potrebbe essere 15 volte superiore alla cifra dichiarata.
Nelle prossime settimane è previsto che la situazione peggiori, e il sistema sanitario brasiliano potrebbe andare in sofferenza. Il presidente Jair Bolsonaro finora ha sempre sottovalutato l’emergenza. Qualche giorno fa ha emesso un decreto che classifica come attività essenziali le palestre e i centri estetici; almeno dieci governatori hanno detto che non rispetteranno il provvedimento.
Un altro paese che sta entrando nella fase più dura è il Messico, che il 14 maggio ha registrato l’aumento giornaliero più alto dei contagi (2.409 nuovi casi).
Il numero totale si aggira intorno ai 40mila, e i morti sono 4.700. Hugo López-Gatell, epidemiologo del ministero della salute, lo definisce “il momento più difficile della prima ondata”.
Tutto questo mentre il paese si prepara ad allentare il lockdown, in particolare per le fabbriche al confine con gli Stati Uniti, come quelle del settore delle costruzioni e dell’assemblaggio di automobili.
I paesi baltici riaprono le loro frontiere interne
Dal 15 maggio è nuovamente possibile spostarsi liberamente tra Estonia, Lettonia e Lituania. Chiunque non abbia viaggiato al di fuori dei tre paesi per almeno 14 giorni, non sia risultato infetto e non sia entrato in contatto con un positivo può muoversi senza restrizioni da uno stato all’altro. Chi arriva da un altro paese invece dovrà restare in isolamento per 14 giorni.
Throughout history, Baltic States of Lithuania, Latvia and Estonia have been exposed to a variety of challenges. We will overcome this one as well, thanks to excellent understanding and coordination. %3Ca href=%22https://twitter.com/hashtag/BalticOpening?src=hash&ref_src=twsrc%255Etfw%22%3E#BalticOpening%3C/a%3E %3Ca href=%22https://twitter.com/hashtag/May15?src=hash&ref_src=twsrc%255Etfw%22%3E#May15%3C/a%3E %3Ca href=%22https://t.co/5wCbcsDr0Y%22%3Epic.twitter.com/5wCbcsDr0Y%3C/a%3E
— Saulius Skvernelis (@Skvernelis_S) ?
I tre paesi baltici, che sono stati tra i meno colpiti dall’epidemia in Europa e hanno registrato complessivamente meno di 150 morti, sono i primi a eliminare le restrizioni alle frontiere dal 16 marzo, quando è stato deciso di proibire tutti gli spostamenti non essenziali tra i paesi dell’area Schengen.
Il blocco è stato prorogato fino al 15 giugno, ma la settimana scorsa la Commissione europea ha proposto tra le soluzioni per il ripristino della libertà di movimento la creazione di “bolle” composte da paesi con lo stesso “profilo di rischio” legato all’epidemia, all’interno dei quali sia possibile viaggiare liberamente.
Austria e Germania hanno già cominciato a ridurre gradualmente i controlli alla loro frontiera. Finlandia e Polonia hanno chiesto di essere aggiunte alla bolla baltica. Anche paesi turistici con pochi contagi, come Croazia e Grecia, stanno trattando con alcuni stati per permettere l’arrivo dei loro cittadini in tempo per la stagione estiva.
Il virus raggiunge i profughi rohingya in Bagladesh
Il nuovo coronavirus è stato individuato in uno dei campi profughi nel sud del Bangladesh dove hanno trovato rifugio più di un milione di rohingya, la minoranza musulmana vittima di persecuzione in Birmania. Louise Donovan, portavoce dell’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di rifugiati, ha confermato il 14 maggio che sono risultati positivi al covid-19 un profugo rohingya e un abitante del posto, che sono stati subito isolati.
Le agenzie umanitarie hanno già avvertito del pericolo della diffusione del virus nei 34 campi che ospitano i rohingya, dove la densità abitativa è quaranta volte superiore al resto del paese, con circa 40mila persone per chilometro quadrato. In ogni baracca di plastica di circa dieci metri quadrati vivono fino a dodici persone.
Gli operatori umanitari all’interno dei campi sono stati formati per prevenire e controllare i contagi e sono stati diffusi messaggi in varie lingue per informare la popolazione dei rischi e delle precauzioni da prendere. Ma molti attivisti sottolineano che la mancanza di accesso a notizie accurate sta alimentando la disinformazione riguardo al virus. E diverse organizzazioni hanno chiesto al governo del Bangladesh di eliminare le restrizioni sull’uso dei cellulari e di internet all’interno dei campi, imposto lo scorso settembre per motivi di sicurezza.
Nei giorni scorsi il numero dei contagi è cresciuto anche nel resto del Bangladesh, dove finora sono stati registrati 18.863 casi e 283 decessi. Ma il bilancio potrebbe essere molto più grave, data la mancanza di strumenti per eseguire i test sulla popolazione. Il governo ha imposto il lockdown in tutto il paese dal 26 marzo.
Le notizie di stamattina sul coronavirus
Scelte dalla redazione di Good Morning Italia
La minaccia di Trump
Il presidente degli Stati Uniti minaccia di interrompere i rapporti con la Cina in risposta alla diffusione del coronavirus, che definisce il “peggior attacco che l’America abbia mai subito”. I due paesi hanno firmato a gennaio la fase 1 di un accordo commerciale negoziato per due anni. “Che cosa succederebbe se interrompessimo completamente le relazioni? Risparmieremmo 500 miliardi”, ha detto Trump (Politico). In un editoriale il Global Times, organo del Partito comunista cinese, parla di “assurda strategia elettorale”.
Senza lavoro I sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti salgono di 2,98 milioni di unità nella settimana conclusa il 9 maggio, portando il totale dei senza lavoro statunitensi a circa 36 milioni di persone dall’inizio dell’emergenza coronavirus. Gli analisti si aspettavano un incremento di 2,5 milioni di unità (Cnbc).
Il tonfo Secondo l’ultimo bollettino economico della Bce nel primo trimestre del 2020 il pil dell’eurozona ha segnato un -3,8% e nel 2020 si contrarrà tra il 5 e il 12%. La Bce, però, garantisce anche “il massimo impegno a fare tutto il necessario per i cittadini dell’area euro” (Corriere).
La guerra del vaccino
Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto che un eventuale vaccino anticovid-19 sia sottratto alle leggi di mercato e ha convocato i dirigenti della multinazionale francese Sanofi. L’amministratore delegato del gruppo farmaceutico aveva detto che avrebbe condiviso il vaccino prima con gli Stati Uniti (Bloomberg).
Bilancio mondiale Le persone morte a causa del nuovo coronavirus nel mondo sono diventate più di 300mila. Lo ha fatto sapere la Johns Hopkins University. I casi totali di contagio, invece, sono più di 4,4 milioni (Cnn).
L’allerta Rick Bright, l’ex direttore dell’Autorità per la ricerca avanzata licenziato il mese scorso dalla Casa Bianca, testimoniando nella sottocommissione sanità del congresso ha detto che gli Stati Uniti si stanno dirigendo verso “l’inverno più buio della storia moderna” se non migliorano rapidamente la risposta del coronavirus (Nyt).
Alla ricerca delle linee guida
Oggi sono in programma un nuovo consiglio dei ministri e un vertice con le regioni per stabilire le linee guida indispensabili per le riaperture del 18 maggio (Il Sole 24 Ore). Non dovrebbe essere ancora prevista la possibilità di spostarsi da una Regione all’altra. Il testo conterrà, però, la possibilità di riaprire su base territoriale a patto che le attività commerciali ed economiche garantiscano i requisiti indicati dall’Inail (Rai News).
La nuova distanza: due metri Secondo quanto riporta in apertura il Corriere ci sarà un nuovo Dpcm accompagnato da un decreto con le linee guida per bar, ristoranti e parrucchieri. Lo spazio necessario tra le persone salirà a due metri.
Irap cancellata Il ministero dell’economia e delle finanze precisa che l’Irap di giugno è “cancellata e non rinviata per tutti i soggetti fino a 250 milioni di euro di fatturato” (AdnKronos).
Bollettino Sale a 223.096 il totale degli italiani colpiti dal nuovo coronavirus dall’inizio dell’epidemia, con un aumento di 992 rispetto a mercoledì. Torna a salire anche il numero di morti rispetto a mercoledì con 262 decessi (Repubblica).
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