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Il punto sul coronavirus in Italia
Il 7 maggio, alle ore 18, la protezione civile ha presentato il bollettino sulla diffusione del nuovo coronavirus (Sars-cov-2) in Italia.
I dati diffusi dalla protezione civile, anche se utili, vanno letti con cautela. A volte mancano quelli di una o più regioni, e soprattutto non sono omogenei, cioè i criteri con cui sono raccolti non sono gli stessi in tutte le regioni.
La bozza del decreto di maggio prevede alcune novità: la regolarizzazione di lavoratori stranieri con permessi temporanei di quattro mesi (braccianti, colf e badanti); l’estensione fino al 30 settembre del congedo straordinario per l’accudimento dei figli rimasti a casa per la chiusura delle scuole; l’estensione per altri tre mesi del blocco dei licenziamenti; un reddito di emergenza per tre mesi dai 400 agli 800 euro mensili.
In un’audizione alla commissione affari costituzionali della camera dei deputati, il capo della protezione civile Angelo Borrelli ha avvertito che se i contagi torneranno ad aumentare ci sarà un inasprimento delle misure di contenimento.
Il governo e la Conferenza episcopale italiana (Cei) hanno firmato a palazzo Chigi un protocollo che prevede la ripresa delle messe dal 18 maggio. Dovranno essere osservate alcune misure anticontagio.
Il Salone del libro di Torino si svolgerà online dal 14 al 17 maggio. È previsto un programma di eventi in streaming in cui sarà possibile interagire con gli ospiti italiani e internazionali.
In alcune zone della Danimarca il virus è sparito
In alcune zone della Danimarca il nuovo coronavirus sembra essere ormai scomparso, riferisce Politiken. Nell’ospedale dello Jutland meridionale, per esempio, è rimasto un solo paziente in terapia intensiva e l’ultimo ricovero risale al 14 aprile.
Secondo lo Statens serum institut, nell’ultima settimana in 24 dei 98 comuni danesi non è stato registrato nemmeno un nuovo caso. Si tratta soprattutto di aree rurali, mentre a Copenaghen e nelle altre città i positivi sono ancora relativamente frequenti. Secondo i medici la minore densità di popolazione è un fattore importante, ma anche il tempo caldo e soleggiato di aprile potrebbe aver contribuito.
Un rapporto dello Statens serum institut avverte che un allentamento delle restrizioni potrebbe portare a una ripresa dei contagi, ma in alcune zone basterebbe continuare a rispettare la distanza di sicurezza per mantenere la curva piatta.
Finora in Danimarca ci sono stati circa 10mila casi confermati e 506 morti. Il governo sta negoziando una nuova fase di allentamento, che potrebbe cominciare l’11 maggio e portare alla riapertura di quasi tutte le attività, compresi i locali pubblici.
Prove di apertura in Maghreb
Nell’ultima settimana la Tunisia e l’Algeria hanno cominciato ad allentare alcune misure in vigore da marzo per contenere la diffusione del nuovo coronavirus. Di fronte alle difficoltà economiche, il 4 maggio alcune attività sono state riaperte, ma le autorità mettono in guardia contro una possibile seconda ondata di contagi.
I paesi del Maghreb hanno imposto delle rigide restrizioni dall’inizio di marzo, quando sono stati registrati i primi positivi, persone provenienti dall’Europa. Dalla terza settimana di marzo le scuole e i negozi sono stati chiusi ed è stato imposto il confinamento.
Le autorità algerine hanno deciso di chiudere di nuovo diverse attività commerciali qualche giorno dopo l’apertura, perché non erano state rispettate le regole d’igiene e distanziamento sociale. Secondo l’Istituto nazionale di salute pubblica, l’Algeria ha registrato “un aumento del 27 per cento dei casi registrati” tra il 24 aprile, la data d’inizio del mese santo del Ramadan, e il 30 aprile.
In Marocco, dove finora sono stati registrati 5.505 casi di covid-19 e 183 morti, le misure di confinamento resteranno in vigore almeno fino al 20 maggio. In Tunisia i contagi sono 1.025 e 43 persone sono morte. Secondo la virologa Rim Abdelmalik “il distanziamento sociale ha contribuito a superare la crisi. Ma il medico Hanene Tiouiri Benaissa, esponente della commissione nazionale per la lotta contro il covid-19 e capo dei servizi per le malattie infettive all’ospedale pubblico Rabta, a Tunisi, avverte: “Abbiamo vinto la battaglia, ma non la guerra. Abbiamo frenato l’epidemia, ma c’è bisogno che ogni cittadino sia responsabile”.
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Due mappe mostrano la pericolosità delle riaperture negli Stati Uniti
Dopo settimane di lockdown, gli Stati Uniti si stanno lentamente rimettendo in moto. Ma con importanti differenze tra uno stato e l’altro.
Al momento più della metà dei 50 stati ha deciso di far ripartire in modo significativo attività economiche e vita sociale, nonostante le preoccupazioni degli esperti secondo cui il paese non è pronto per tornare alla normalità perché in molti stati i casi di contagio sono in aumento (al momento i morti totali sono circa 75mila).
Timori che sembrano fondati se si confrontano due mappe. La prima mostra gli stati dove i contagi sono in aumento (in marrone chiaro).
La seconda mostra quali sono gli stati che stanno riaprendo le attività economiche (in azzurro).
Incrociando le due mappe si capisce che molti stati – Arizona, Texas, Oklahoma, Kansas, Missouri, Iowa, Nebraska, Mississippi, Tennessee, Maine e New Hampshire, Ohio – stanno tornando alla normalità mentre i contagi sono in aumento. Messi insieme questi stati hanno circa 80 milioni di abitanti, circa un quarto della popolazione statunitense totale.
Al contrario, alcuni stati dove i contagi sono in diminuzione hanno deciso di prorogare il lockdown. In alcuni casi si tratta di stati colpiti duramente dalla pandemia nelle prime settimane (come New York e New Jersey), e che temono una nuova ondata che potrebbe mandare di nuovo in sofferenza gli ospedali.
Confrontando le due mappe si capisce anche che in generale le diverse scelte sulla fase due riflettono le linee e le spaccature politiche: gli stati che riaprono nonostante l’aumento dei contagi sono in maggioranza repubblicani – soprattutto nel sud del paese – che hanno adottato la posizione del presidente Donald Trump, più preoccupato dalla crisi economica che da quella sanitaria. Sullo sfondo, naturalmente, c’è il rischio di una recessione economica senza precedenti che potrebbe costargli la rielezione a novembre.
Altri dati mostrano che in tutto il paese sono colpite in modo sproporzionato le contee abitate in maggioranza dai neri (contano la metà dei casi totali e il 60 per cento dei morti).
A rendere il tutto ancora più preoccupante, il 6 maggio Trump ha ribadito di voler cancellare l’Obamacare, la riforma sanitaria che negli ultimi anni ha dato una copertura sanitaria a milioni di persone.
Le compagnie aeree cinesi riaccendono i motori
Mentre in tutto il mondo la pandemia ha fermato i trasporti aerei e gettato le aziende del settore nella crisi più grave della loro storia, per le compagnie cinesi il peggio potrebbe essere passato, scrive l’Economist. La Cina è stato il primo paese colpito dal virus, ma anche il primo a dichiarare sotto controllo l’epidemia e ad allentare le restrizioni sugli spostamenti, e il traffico aereo sta cominciando a recuperare il terreno perduto.
Attualmente la China Eastern è la prima compagnia al mondo per posti disponibili. Alcuni accusano le compagnie cinesi di far volare aerei vuoti per gonfiare i numeri, ma la percentuale di posti occupati sembra essere tornata vicina ai livelli dell’anno scorso. Le prime tre compagnie del paese hanno perso il 25 per cento del loro valore azionario (la metà rispetto alla media globale), ma possono contare sul sostegno incondizionato da parte dello stato
Se le difficoltà delle rivali estere dovessero continuare a lungo, prevede l’Economist, le principali compagnie cinesi potrebbero approfittarne per recuperare il loro predominio sul mercato interno, che negli ultimi anni era stato eroso, e anche per espandersi sulle rotte internazionali.
La Tanzania chiude gli occhi davanti al virus
La Tanzania è uno dei pochi paesi africani ad aver preso precauzioni molto limitate contro il covid-19, tanto che lo scorso 30 aprile l’Organizzazione mondiale della sanità si è lamentata della scarsa cooperazione e della mancanza di trasparenza.
I rapporti sui contagi non sono pubblicati regolarmente: l’ultimo risale al 29 aprile e registra 480 malati – con un aumento del 69 per cento rispetto ai dati di cinque giorni prima – e 16 morti. Il 1 maggio il presidente John Magufuli, noto per le sue dichiarazioni provocatorie e la deriva autoritaria del suo governo, ha colto l’occasione della festa dei lavoratori per invitare le persone a non fermarsi, ribadendo l’inutilità delle restrizioni agli spostamenti.
Nel paese i mercati sono aperti, così come le chiese e le moschee: alla fine di marzo Magufuli aveva dichiarato pubblicamente che il virus è un “demone” e per questo tutti i luoghi di culto dovevano rimanere aperti perché è lì che si raggiunge la “vera guarigione”. Addirittura il presidente propone di far ripartire il campionato di calcio, dopo uno stop di sei settimane. L’opposizione denuncia inoltre che in diverse parti del paese i funerali si svolgono di notte per coprire il reale bilancio delle vittime, e si sospetta che tre parlamentari siano morti per il virus.
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“Magufuli e il coronavirus” visti dal vignettista tanzaniano Gado.
Pochi giorni dopo Magufuli ha scatenato una nuova polemica dichiarando che aveva fatto fare segretamente dei controlli sui test usati per individuare il virus e che una quaglia, una papaya e una capra erano risultate positive agli esami. La direttrice del laboratorio nazionale di salute pubblica, Nyambura Moremi, è stata sospesa, ed è stato nominato un comitato di esperti per far luce sulla vicenda.
Secondo uno studio dell’Imperial college di Londra, se la Tanzania continuasse a non far niente potrebbe registrare fino a 112mila decessi. Per il momento la situazione non sembra così drammatica (anche perché in tutta l’Africa finora il bilancio è di 51mila contagi e duemila morti), ma nel vicino Kenya sono state introdotte ulteriori misure di contenimento del virus il 6 maggio dopo un nuovo picco dei contagi.
Le notizie di stamattina sul coronavirus
Scelte dalla redazione di Good Morning Italia
Vicini allo scontro
Gli Stati Uniti sono pronti a nuove misure economiche restrittive contro la Cina che riguardano in particolare il blocco delle forniture e degli investimenti nel paese, scrive il Ft. L’emergenza coronavirus non ha fatto che deteriorare ulteriormente i rapporti tra le due potenze, commenta il Wsj.
Corsa al riarmo Gli Usa sono pronti a collocare missili ad ampio raggio nell’area del Pacifico per contrastare i passi in avanti fatti dalla Cina negli armamenti (Reuters).
Accuse respinte La Cina ha ribadito che gli Usa non hanno nessuna prova per dimostrare che il virus sia fuoriuscito da un laboratorio di Wuhan (CbsNews). Pechino ha detto che non accetterà un’indagine internazionale per capire come abbia avuto origine l’epidemia (Newsweek).
Il costo della riapertura
La speaker della camera Nancy Pelosi ha criticato il presidente Donald Trump per la volontà di far ripartire il paese, anche pagando un caro prezzo in termini di nuove vittime da covid-19 (Guardian). Molti stati però non soddisfano i criteri per poter riaprire, scrive Bloomberg.
Retromarcia Trump ha specificato che la task force contro il coronavirus non verrà smantellata, come precedentemente detto, ma continuerà il suo lavoro focalizzandosi però sulla ripartenza economica (Ap).
Crollo storico Dalle buste paga delle aziende americane emerge che sono stati persi ad aprile 20 milioni di posti di lavoro (Washington Post). Oggi sono attesi i dati sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione.
Prove di ripartenza
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato la riapertura dei negozi in Germania, ma con norme di distanziamento sociale valide fino al 5 giugno (Dw). I singoli Lander potranno intervenire in maniera rapida nel caso riscontrassero una ripresa dei contagi (Bbc).
Primo allentamento Il premier britannico Boris Johnson ha detto che alcune misure restrittive verranno allentate a partire da lunedì prossimo (Guardian). Intanto nel paese il numero di morti ha superato quota 30mila, con 649 nuovi decessi in 24 ore (The Independent).
Mossa azzardata Anche il presidente russo Vladimir Putin è indirizzato verso una riapertura del paese, nonostante ci siano stati più di 10mila nuovi contagi per il quarto giorno di fila (Ft).
Urne rimandate La Polonia ha posticipato le elezioni presidenziali che si sarebbero dovute tenere domenica, dopo aver bocciato l’ipotesi di un voto via posta (France 24).
Fate attenzione L’Oms ha però avvertito del rischio di un ritorno al lockdown se nella fase di riduzione delle restrizioni non venisse rispettato il distanziamento sociale (Cnbc). Intanto il numero totale di contagiati a livello mondiale ha superato i 3,7 milioni, con oltre 260 mila vittime (Johns Hopkins University).
Maggioranza in fibrillazione
Sono diversi i temi che stanno provocando tensioni nel governo. Il Pd contesta l’ipotesi della didattica mista lanciata dalla ministra dell’istruzione Lucia Azzolina per settembre (Rep). L’Azzolina ha poi fornito dettagli su come si svolgerà l’esame di maturità in forma soltanto orale (Adnkronos).
Compromesso lontano Mentre fatica a prendere vita il nuovo decreto contenente le misure economiche, il governo ha incassato il no da parte di Confindustria e Ance sulla riduzione dell’orario lavorativo, mantenendo però lo stipendio inalterato (Ansa). Tra le misure, scrive il Corriere, un bonus verde per la casa al 110 per cento, fino a 500 euro per bici e monopattini, un voucher vacanze e il reddito di emergenza.
In piazza Ieri il flash mob a Milano di titolari di ristoranti, bar e pub. Esposte le sedie vuote dei loro locali: “Norme per riaprire in sicurezza e sostegno economico”. Ma le forze dell’ordine li hanno sanzionati per assembramento con multe da 400 euro ciascuno (Corriere).
Trend invertito
In un solo giorno il numero di malati è calato di 6.939 unità e ha raggiunto quota 91.528. Un totale che per la prima volta è inferiore a quello dei guariti, arrivati a 93.245, con un balzo di 8.014. I decessi sono stati 369 in un giorno, per un numero complessivo di vittime pari a 29.684 (RaiNews 24).
Ancora da valutare Il premier Conte ha detto di voler accelerare sulle riaperture (Agi): nelle regioni dove sarà ritenuto possibile, il governo sembra indirizzato a concedere a ristoranti, bar, centri estetici e parrucchieri di riprendere le attività già dal 18 maggio (Repubblica).
Orizzonti
Recessione pesante La Commissione europea ha stimato che il Pil dei Paesi dell’Eurozona crollerà del 7,7 per cento nel 2020 per poi rimbalzare a +6,3 per cento nel 2021. Pessime le previsioni per l’Italia con un -9,5 per cento nell’anno in corso e un debito pubblico che raggiungerà il 159 per cento rispetto al Pil (Corriere).
Terziario in crisi Ad aprile l’indice pmi relativo ai servizi in Italia ha toccato il suo minimo storico a 10,8 punti, indicando la peggior contrazione del terziario nel paese (Il Sole 24).
Timeline diverse Dopo la riunione con i Lander, Merkel ha dato il via libera alla ripresa del calcio tedesco a partire da metà maggio (Gazzetta). Il ministro dello sport Vincenzo Spadafora ha chiarito che al momento è impossibile stabilire una data per il ritorno in campo della Serie A (Sport Mediaset).
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