La Russia ha smesso di far finta di niente

Dopo aver cercato per settimane di minimizzare la minaccia del nuovo coronavirus, il presidente Vladimir Putin è stato costretto a riconoscere che in Russia la situazione è sempre più grave, i contagi aumentano vertiginosamente e i casi registrati sono ormai molto preoccupanti.

L’ammissione è arrivata il 13 aprile, in una videoconferenza con un gruppo di alti funzionari pubblici ed esperti di sanità, mentre il paese assisteva al maggior aumento dei contagi dall’inizio dell’epidemia: la mattina del 14 aprile in Russia si contavano più di 21mila casi accertati, con un aumento di 2.774 sul giorno precedente, e 170 morti. “Vediamo che la situazione sta cambiando da un giorno all’altro. E purtroppo non in meglio”, ha dichiarato Putin, secondo quanto riportato dal Moscow Times. In base al resoconto del New York Times il presidente ha aggiunto: “Abbiamo un sacco di problemi, niente di cui vantarci e nessun motivo per rilassarci. Non abbiamo ancora raggiunto il picco dei contagi. Nemmeno a Mosca”.

Al momento la capitale, con circa 12mila casi, è la città più colpita del paese, ma il virus è arrivato in quasi tutte le 85 regioni e repubbliche della Federazione. Putin ha infine evocato la possibilità che il Cremlino possa ricorrere alle sue risorse militari per combattere la pandemia. Alle sue parole ha fatto eco l’intervento del sindaco di Mosca, Sergej Sobjanin, alla guida della task force per la lotta al covid-19. “Il numero delle persone che si ammalano sta crescendo rapidamente, e chi contrae il virus sta sempre peggio”, ha detto, aggiungendo poi che gli ospedali e le strutture sanitarie della capitale stanno operando “oltre il limite delle loro possibilità”.

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