Il virus si diffonde rapidamente negli impianti dove si produce carne

Negli Stati Uniti si registrano situazioni preoccupanti negli impianti di lavorazione della carne. Una fabbrica dove si produce carne di maiale a Sioux Falls, in South Dakota, è al momento il principale luogo di diffusione del nuovo coronavirus nel paese. Almeno 644 casi di contagio possono essere fatti risalire allo stabilimento, quasi la metà del totale dei positivi in tutto lo stato.

L’impianto, di proprietà dell’azienda Smithfield, produce il 5 per cento della carne consumata annualmente negli Stati Uniti, e dà lavoro a 3.700 lavoratori. È stato chiuso la settimana scorsa, quando si è scoperto che almeno 240 lavoratori erano risultati positivi al tampone. Non è stato un caso isolato: in tutto il paese molte aziende del settore hanno tenuto aperta la produzione sostenendo che la chiusura avrebbe messo a rischio la catena della grande distribuzione alimentare. In alcuni casi non hanno garantito ai lavoratori un livello di sicurezza adeguato, e sono state costrette a chiudere quando i contagi sono aumentati rapidamente.

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Molti dipendenti della Smithfield sono immigrati che non parlano inglese, e le autorità locali hanno messo a disposizione degli ospedali dei traduttori per comunicare con i pazienti. Gli esperti dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc, la massima autorità sanitaria statunitense) sono andati a Sioux Falls per capire come l’epidemia in città è andata fuori controllo.

Sioux Falls, 190mila abitanti, è la città più popolosa dello stato. Nonostante l’epidemia, la governatrice del South Dakota, Kristi Noem, si è rifiutata di chiedere ai cittadini di rimanere in casa. Secondo il dipartimento della salute dello stato, il 30 per cento della popolazione sarà contagiata dal virus. Finora lo stato conta 1.311 casi e 7 morti.

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