◆ L’idrogeno “blu”, estratto da idrocarburi fossili, è meno ecologico di quel che si pensa. Uno studio pubblicato sulla rivista Energy Science and Engineering ha calcolato l’impatto climatico di questo tipo di energia, scoprendo che può essere maggiore di quello del carbone, uno dei combustibili più inquinanti. L’idrogeno blu è considerato da alcuni il combustibile del futuro. Può infatti essere usato in situazioni in cui le batterie elettriche sono inadatte, come sulle navi e sui camion, e permette di riconvertire le infrastrutture del gas naturale. Negli Stati Uniti è allo studio un finanziamento da otto miliardi di dollari per l’idrogeno blu, scrive il Guardian, mentre il sito Ars Technica rivela che il governo britannico potrebbe presto annunciare un piano di riconversione dal metano all’idrogeno blu e verde.
L’idrogeno si divide in tre categorie: quello grigio, il più inquinante, è ricavato dal metano con un processo che diffonde gas serra nell’atmosfera; quello blu è ottenuto con un processo simile, ma catturando i gas serra; quello verde è l’unico davvero ecologico perché è ricavato dall’acqua grazie all’energia solare o eolica. I ricercatori hanno calcolato che per produrre idrogeno blu si possono emettere più gas serra che bruciando il metano. Considerando una perdita di metano del 3,5 per cento dai pozzi, dai metanodotti e dai depositi, l’idrogeno risulterebbe peggiore del carbone. Secondo il Guardian, quindi, i governi dovrebbero orientarsi verso l’idrogeno verde.
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Questo articolo è uscito sul numero 1424 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati