“I governi di tutto il mondo hanno difficoltà a gestire l’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli causato dall’aggressione russa all’Ucraina, colpendo in particolare prodotti come il grano, l’orzo e l’olio di semi di girasole”, scrive il Washington Post. Questi aumenti “metteranno a rischio soprattutto la sicurezza dei paesi più poveri, dove beni come la farina e l’olio per cucinare sono già difficili da trovare”. Tra i paesi minacciati ci sono quelli del Nordafrica, che dipendono fortemente dalle importazioni dall’Ucraina. La Tunisia, spiega Mediapart, ha dichiarato che le sue scorte di grano sono sufficienti almeno fino a giugno, ma deve cominciare a trovare mercati alternativi. E intanto si sente già la penuria di semola, farina e olio vegetale, beni di prima necessità sovvenzionati dallo stato. Il Libano non può più contare sulle sue riserve di grano strategiche, dopo l’esplosione che il 4 agosto 2020 a Beirut distrusse i silos installati vicino al porto. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1452 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati