La commissione etiope per i diritti umani ha accusato le forze armate di aver ucciso un uomo, bruciandolo vivo. La prova è un video, pubblicato in rete il 12 marzo, in cui si vedono persone in uniforme insultare in amarico un uomo indifeso e agonizzante. L’episodio, sostiene la commissione, risalirebbe al 3 marzo e sarebbe avvenuto nella regione di Benishangul-Gumuz dopo un attacco che aveva causato una ventina di morti e che era stato attribuito a dei tigrini. L’esperto di Etiopia William Davison ha spiegato al Guardian che gli abitanti della regione del Tigrai (dove la ribellione in corso dal novembre 2020 contro Addis Abeba ha provocato migliaia di vittime) sono sistematicamente presi di mira e accusati di complottare per rovesciare il governo. Il sito Addis Standard esorta gli etiopi a non accettare la normalizzazione della violenza delle forze dell’ordine contro i comuni cittadini. Violenze che purtroppo erano molto comuni anche prima della guerra nel Tigrai.
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Questo articolo è uscito sul numero 1452 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati