I fotografi Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni hanno ritratto le speranze, le paure e le ambizioni dei giovani ucraini pochi giorni prima dell’invasione russa. Poi hanno cercato di rimanere in contatto con molti di loro
I fotografi Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni hanno ritratto le speranze, le paure e le ambizioni dei giovani ucraini pochi giorni prima dell’invasione russa. Poi hanno cercato di rimanere in contatto con molti di loro
Fino a poche settimane fa raccontavano di sentirsi intrappolati tra l’eredità sovietica, che ha segnato la vita dei loro genitori, e il desiderio di essere liberi e di cambiare il paese: studenti, artisti, lavoratori e lavoratrici stavano cercando di ridefinire il profilo dell’Ucraina, per liberarsi sia della corruzione del mondo politico sia del minaccioso vicino russo.
Poco prima dell’invasione, i fotografi Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni sono andati in Ucraina, dove avevano già lavorato a lungo, e hanno incontrato decine di ragazze e ragazzi di Kiev, appartenenti a diversi contesti sociali. Li hanno accompagnati ai concerti e nelle gallerie d’arte, e li hanno seguiti nell’intimità delle loro case. Volevano raccontare i loro sogni.
Già in quei giorni tutti esprimevano un grande senso di appartenenza e si dicevano pronti a combattere per difendere la loro indipendenza culturale, politica ed economica.
Nelle ultime settimane Caimi e Piccinni sono rimasti in contatto con quasi tutte le persone che avevano incontrato soprattutto attraverso Telegram, che è il social network più popolare in Ucraina. Hanno ricevuto molti loro messaggi. A volte, però, hanno aspettato una risposta per giorni. Spesso i ragazzi conservavano “la batteria del telefono per tenersi in contatto con la famiglia e poter fare altre cose importanti in caso di blackout”, spiegano i fotografi.
Al 15 marzo stavano tutti bene. Alcuni a Kiev, altri erano riusciti a fuggire in campagna, o in altre città, magari da parenti. Qualcuno era uscito dall’Ucraina. ◆
Jean-Marc CaimieValentina Piccinnisono due fotografi che lavorano insieme dal 2013 su temi di attualità.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo.
Scrivici a: posta@internazionale.it
Vogliamo garantire un’informazione di qualità anche online. Con il tuo contributo potremo tenere il sito di Internazionale libero e accessibile a tutti.