In Vietnam le comunità online hanno dato vita a una nuova ondata di giovani musicisti. Il collettivo Ran Cap Duoi per esempio è nato su Facebook, all’interno di un gruppo dedicato ai fan dei Coldplay. “Postavo canzoni dei Radiohead e di Squarepusher”, racconta il bassista e fondatore Do Tan Si, “lì ho incontrato il chitarrista Pham The Vu”. I Ran Cap Duoi si muovono nei territori del noise-rock e dei collage sonori, e stanno cambiando la scena del paese. Ma non sono gli unici. I Mona Evie, fondati nella città di Hanoi, si sono incontrati nella comunità dei fan del rapper Tyler, the Creator su Facebook e sul sito Rate Your Music quando erano ancora alla scuola superiore. Mescolano lingua vietnamita e inglese, rap, pop ed elettronica. La storia della musica indipendente vietnamita è recente, perché l’indipendenza del paese è arrivata solo nel 1945. Il Partito comunista sosteneva la musica rivoluzionaria e tradizionale, mentre il pop della diaspora e il rock erano considerati musica neocoloniale, ma le inefficienze della censura e i bootleg illegali hanno mantenuto viva la creatività. Nel 1986 il governo vietnamita ha avviato le riforme Doi Moi, aprendo il socialismo all’economia di mercato e abbracciando con cautela nuove forme artistiche. I Dai Lam Linh, tra i primi collettivi di musica sperimentale del paese, hanno beneficiato di questa apertura negli anni duemila, ispirando una generazione di musicisti.
James Gui,
Bandcamp Daily
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Questo articolo è uscito sul numero 1458 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati