Secondo la giornalista sportiva Suzanne Wrack per una donna il semplice fatto di giocare a calcio è un gesto femminista, una forma di attivismo. Il suo libro A woman’s game comincia come una ricerca storica ma finisce per essere un manifesto. Wrack racconta le origini del calcio femminile nel Regno Unito, ai tempi del movimento per il voto alle donne e della prima guerra mondiale. Al suo apice, una delle prime e più popolari squadre femminili, la Dick, Kerr’s Ladies Fc, portò allo stadio 53mila spettatori. Poi però, nel 1921, la federazione britannica decise che il calcio non era adatto alle donne e proibì alle squadre femminili di giocare negli stadi federali. Il divieto rimase in vigore fino al 1971. Cinquant’anni in cui il calcio femminile fu praticamente uno sport clandestino. Oltre a raccontare figure che hanno usato il gioco per portare avanti delle rivendicazioni sociali, Wreck parla del difficile rapporto con il calcio “dei maschi”. Ma in definitiva compie un’indagine dettagliata di un movimento in un momento cruciale della sua vita.
The New York Times
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Questo articolo è uscito sul numero 1466 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati