Con Thor. Love and thunder il dio del tuono ha ritrovato la forma fisica e si torna a una formula classica del Marvel cinematic universe (Mcu), una grande avventura da solista, avvincente, emozionante e divertente. Il quarto film di Thor abbandona rapidamente l’universo condiviso degli Avengers e attinge ai primi tre film da solista del figlio di Odino, ora riunito alla ex sua fidanzata in un’avventura interstellare che farà felici tutti, appassionati e no. In breve: di gran lunga il miglior film di Thor e uno dei migliori Marvel dai tempi di Endgame. Stanco di viaggiare nello spazio con i Guardiani della galassia, Thor (Chris Hemsworth) torna a New Asgard dove si unisce alla lotta contro il cupo e potente Gorr, il macellatore degli dei (Christian Bale). Nella caccia a Gorr, il nostro eroe ritrova la sua amata Jane Foster (Natalie Portman) che ora può brandire il leggendario martello, facendo suoi i poteri del Mitico Thor, e che nasconde un segreto mortale. Con Ragnarock, Taika Waititi aveva dimostrato di essere perfettamente in grado di fare un divertentissimo film su Thor. Con Love and thunder è all’altezza anche di una storia che esplora, emozionando, le sfide che pongono l’amore e la perdita. Chris Hemsworth ormai è un veterano e naviga con sicurezza in un campo minato di ritmi comici e momenti toccanti. Nonostante ciò, Natalie Portman, qui e là è capace di rubargli la scena. Christian Bale compie il passaggio inedito da eroe Dc comic a cattivo Marvel, dando vita a uno dei cattivi più complessi dell’Mcu, tanto che forse avrebbe meritato un po’ di minuti in più sullo schermo.
Ben Kendrick, Screen Rant

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Questo articolo è uscito sul numero 1468 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati