La coalizione di governo formata dal Partito liberaldemocratico (Pld) e dal Kōmeitō ha ottenuto la maggioranza dei seggi alle elezioni del 10 luglio per il rinnovo parziale della camera alta. Gli elettori volevano stabilità politica, ma il rincaro dei prezzi dovuto alla guerra in Ucraina e alla svalutazione dello yen ha colpito le famiglie, e ora ci si aspetta che il primo ministro Fumio Kishida si preoccupi di migliorare la qualità della vita della popolazione.

 I cittadini hanno votato nel mezzo di una crisi innescata dall’omicidio dell’ex primo ministro Shinzō Abe. Per salvaguardare la democrazia, la politica deve agire sulla base della volontà popolare.

La questione è chiara: il prezzo dell’energia e dei generi alimentari ha continuato a salire e gli elettori si sono espressi pensando alle misure contro il carovita e al sistema pensionistico e sanitario, non alle velleità del Pld di raddoppiare le spese per la difesa e riformare la costituzione. Con l’arrivo dell’autunno ci si aspetta un ulteriore aumento dei prezzi. Proseguendo con il monetary easing su larga scala, si prevede che la differenza dei tassi d’interesse con gli Stati Uniti aumenterà e lo yen continuerà a deprezzarsi. Basteranno i sussidi all’industria e alle zone rurali? Si potrà prendere in considerazione il taglio dell’imposta sui consumi proposta dall’opposizione? Servono decisioni politiche flessibili e audaci.

Anche l’aumento dei salari è una questione urgente. Il Pld assicura che risolverà il problema della stagnazione dei redditi da lavoro, che continua da 25 anni, ma dovrebbe cercare misure più efficaci oltre alle iniziative tradizionali come le richieste al mondo finanziario e gli incentivi fiscali alle aziende. Il “nuovo capitalismo” sbandierato dal primo ministro è ancora poco concreto e il “circolo virtuoso di crescita e distribuzione” non è all’orizzonte. Anche le differenze con la cosiddetta Abenomics non sono molto chiare. Se Kishida non riuscirà a lasciare il segno dopo questa vittoria, la sua leadership potrebbe vacillare.

Gli elettori non hanno consegnato un assegno in bianco al governo. Nel Pld c’è chi crede che il primo ministro sia entrato in un triennio d’oro: non essendoci elezioni politiche all’orizzonte, potrà realizzare misure controverse senza preoccuparsi dell’opinione pubblica. Ma non è così. Prendiamo, per esempio, la spesa per la difesa: il Pld ha lavorato per portarla dall’1 al 2 per cento del pil entro cinque anni. Ma così rischia di far salire la tensione in Asia orientale e di non avere le risorse finanziarie necessarie.

Nel Pld aumenteranno poi le pressioni per accelerare la revisione della costituzione, ma ci sono questioni più urgenti, come il calo della natalità e l’invecchiamento della popolazione. Per rendere sostenibili misure di welfare come l’assistenza all’infanzia, le pensioni e i servizi sanitari è necessario un impegno collettivo a medio e lungo termine. Per questo è fondamentale che il parlamento torni a svolgere il suo ruolo. Nell’ultima sessione sono stati approvati tutti i 61 disegni di legge presentati dalla maggioranza: se il parlamento si riduce a confermare le iniziative del governo, non svolge il suo compito di organo legislativo che approva bilanci e leggi attraverso un dialogo costruttivo. I partiti d’opposizione hanno la responsabilità di ravvivare il dibattito e presentare ai cittadini alternative chiare. Per affrontare il Pld di Kishida, che ora ha consolidato il suo potere, bisogna costruire un fronte comune. ◆ jb, mb

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Questo articolo è uscito sul numero 1469 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati