Una badessa nell’Inghilterra medievale è un’eroina impegnativa. Abbiamo bisogno di una guida fidata, di qualcuno che possa drammatizzare quel periodo remoto rendendolo rilevante per le nostre vite. Groff è quella guida. Al centro della sua storia c’è Marie de France, scrittrice conosciuta per alcune poesie d’amore cortesi. Il resto della biografia di Marie è una congettura aperta, e Groff cavalca in questa lacuna su un nobile destriero. Quando si apre Matrix, Marie, a 17 anni, è nominata priora di un’abbazia fatiscente. C’è un sentore di Edgar Allan Poe quando la ragazza si avvicina a questo “luogo oscuro, strano e miserando”, circondato da tombe fresche. È accolta da due suore derelitte, una pazza e l’altra furiosa. Pensa di fuggire dall’abbazia, di correre nei boschi da sola e di diventare una donna selvaggia. Ma è “intrappolata in una grande rete fatta dal suo sesso”. Alla fine, Marie è una guerriera, non una che si arrende. Diventa straordinariamente abile nell’utilizzare gli elementi della repressione a proprio vantaggio, e lotta per trasformare l’abbazia in un’oasi femminile. Inevitabilmente, i suoi sforzi entreranno in conflitto con i rituali maschili della fede cattolica.
Ron Charles, The Washington Post
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Questo articolo è uscito sul numero 1478 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati