Il romanzo si apre con il funerale di una delle due protagoniste, a cui assiste l’altra, e prosegue tracciando le loro traiettorie parallele nell’arco di quarant’anni. Cusset non esita a usare il vecchio trucco del manoscritto ritrovato, di cui il libro è una trascrizione. Una volta che il lettore si trova su un terreno familiare, l’autrice può fare ciò che le interessa: osservare il tempo, il suo effetto sulle persone, la consistenza dei giorni, l’allungarsi degli anni. La scrittrice francese, nata nel 1963, ha il gusto e il talento per romanzi che si estendono per decenni o generazioni. Questo spazio temporale le offre ampie possibilità di continuare a esplorare i temi che le stanno a cuore: i legami familiari, l’effetto della storia collettiva sui destini individuali, la durata dell’amore, la durata del desiderio, la percezione che gli altri hanno di noi e l’importanza che attribuiamo loro. Tutto questo è al centro di La definizione della felicità e delle vite incrociate di Clarisse ed Eve. Cusset descrive il loro ardore e le loro rinunce, l’effetto della contingenza sui loro destini, le loro evoluzioni e ciò che, in ognuna di loro, non cambia. Raphaëlle Leyris, Le Monde
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Questo articolo è uscito sul numero 1480 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati