“Abbiamo cominciato a Pechino, ma vogliamo operare in un contesto globale”, dice Meng Jinhui, il fondatore della bié Records. “Abbiamo fondato questa etichetta perché vediamo la musica come una forza positiva”. Anche la prima pubblicazione della casa discografica, l’album di debutto di Yu Su, Yellow river blue, può essere considerata un manifesto programmatico. Yu Su, che vive a Vancouver, in Canada, è nata nella provincia dello Henan e incarna il modo in cui la musica può superare le barriere. Fondata all’inizio del 2021, la bié Records ha già costruito un catalogo che sfugge le facili categorizzazioni, spaziando tra post-punk, pop, dub e musica elettroacustica di artisti cinesi ed europei. Il nome dell’etichetta del resto in cinese significa “qualcos’altro”. “La maggior parte delle persone occidentali che parlano della Cina probabilmente pensano all’economia o alla politica”, dice Meng Jinhui, “le persone non conoscono davvero la musica cinese moderna”. Meng ha fondato l’etichetta dopo aver incontrato Yu Su nel 2019. “Di dove sei?”, le ha chiesto per rompere il ghiaccio e ha scoperto che venivano dalla stessa provincia. “Non è un luogo famoso per la musica moderna. Quando scopri che una persona come Yu Su viene dallo Henan pensi: ‘Wow’”, dice. La bié Records invece si rivolge alle persone di origini diverse e vuole forgiare un’identità comune. “La musica è la lingua migliore, non ha confini”, afferma Meng. James Gui, Bandcamp Daily
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1480 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati