◆ Una bonaccia mondiale potrebbe rendere meno produttivi gli impianti eolici. Nell’estate 2021 gran parte dell’Europa ha registrato un indebolimento del vento. In molte aree la velocità si è ridotta di circa il 15 per cento rispetto alla media stagionale, con effetti negativi sulla produzione di energia elettrica. Nel settembre 2021 gli impianti eolici del Regno Unito hanno prodotto il 2 per cento dell’energia totale, contro il 18 per cento del 2020, spingendo il governo a riattivare le centrali a carbone. La riduzione del vento è uno dei possibili effetti della crisi climatica. La circolazione dipende infatti dalla differenza di temperatura tra le zone polari e quelle tropicali, che risulta ridotta perché l’Artico si sta scaldando quattro volte più velocemente della media globale.
Fare previsioni è però difficile perché l’intensità del vento varia molto da un anno all’altro. Inoltre, mentre sono disponibili serie storiche delle temperature, i dati relativi al vento sono molto più recenti. Alcuni scienziati sono comunque al lavoro per trovare soluzioni in caso di carenze energetiche, scrive Yale Environment 360. L’energia eolica o solare in eccesso potrebbe essere usata per produrre idrogeno, utile in caso di necessità. Oppure potrebbe servire a pompare acqua in serbatoi posizionati a monte; l’acqua tornerebbe poi a valle più avanti e sarebbe usata per generare energia. Le batterie non sono invece molto utili, perché possono immagazzinare energia solo per pochi giorni.
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Questo articolo è uscito sul numero 1480 di Internazionale, a pagina 110. Compra questo numero | Abbonati