I personaggi di questi racconti, scritti con un umorismo cupo e una sorprendente mancanza di sentimentalismo, usano la tecnologia per cercare di recuperare ciò che è irrimediabilmente perduto: la libertà del corpo prima che fosse violato, il bambino strappato via dal mondo prematuramente, la normalità che svanisce dopo la morte di una persona cara. Le storie di South esplorano la tragedia di chi si muove a disagio tra il mondo digitale e quello fisico. Nel racconto che dà il titolo al libro, Mi ricorderò di te, una donna senza nome che lavora per il “motore di ricerca più famoso del mondo” dà la caccia all’uomo che l’ha violentata, conosciuto su un’app d’incontri. La narrazione è ancorata all’onnipresenza di internet, ma ciò che accade offline è il vero fulcro. Dopo aver seguito lo stupratore sui social network e aver letto ossessivamente la sua newsletter, la donna lo segue mentre porta a spasso il cane. Non vedendo alcuna cattiveria palese nella vita dello stupratore – la sua mostruosità risulta nascosta in bella vista – la donna non riesce a dare un senso alla violenza subita. Quando lo stupratore si trova una fidanzata, la donna si sente in dovere di avvertirla, ma lei rifiuta quelle informazioni. La donna irrompe allora nell’appartamento dell’uomo, lo stesso in cui è stata violentata. L’azione sorprendente che compie in quel luogo può essere letta come un recupero temporaneo di potere. Non sembra una coincidenza che i personaggi di South raggiungano la catarsi quando la tecnologia è assente. Queste storie suggeriscono che bisogna arrendersi all’imprevedibilità della vita. Jenessa Abrams, The Atlantic
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Questo articolo è uscito sul numero 1483 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati