“Alcune delle armi usate per uccidere in Ucraina sono le stesse impiegate in Birmania. E vengono dalla stessa fonte: la Russia”. Il 26 ottobre il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla Birmania, Tom Andrews, ha sollecitato la comunità internazionale a decidere sanzioni a carico della giunta militare al potere nel paese, come si è fatto con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Il viceambasciatore russo all’Onu, Gennady Kuzmin, ha liquidato il rapporto come “poco corroborato dai fatti” e ha intimato ad Andrews “di occuparsi della Birmania invece che dell’Ucraina”. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu è stato a lungo diviso sui provvedimenti da prendere nei confronti della giunta militare che nel febbraio 2021 ha deposto Aung San Suu Kyi, si legge su Al Jazeera. Il Regno Unito ha proposto una risoluzione in cui si chiede di fermare le violenze e si minacciano sanzioni nel caso in cui la giunta non rilasci tutti i prigionieri politici, inclusa Suu Kyi. Ma per passare la proposta deve ottenere il voto di nove stati su quindici e nessun veto dai membri permanenti, tra cui ci sono la Cina e la Russia.
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Questo articolo è uscito sul numero 1485 di Internazionale, a pagina 38. Compra questo numero | Abbonati