◆ La domanda di combustibili fossili raggiungerà il picco nei prossimi quindici anni, prevede il World energy outlook 2022 dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea). Secondo il rapporto, l’invasione russa dell’Ucraina accelererà la transizione verso le fonti rinnovabili. Tuttavia, anche prima della guerra si prevedeva che la domanda globale di carbone, petrolio e gas naturale si sarebbe stabilizzata intorno al 2035. Quella di carbone è destinata a diminuire, quella di petrolio a rimanere costante o a diminuire, e quella di gas naturale a rimanere costante. Sarebbe la prima volta dall’inizio della rivoluzione industriale che l’aumento del prodotto interno lordo non è associato a un maggior consumo di combustibili fossili, scrive New Scientist.
Finora i combustibili fossili hanno fornito l’80 per cento dell’energia consumata, ma nel 2050 la quota dovrebbe scendere al 60 per cento. Un fattore decisivo sarà la diffusione dei veicoli elettrici, che permetterà di ridurre la domanda di petrolio. Secondo la rivista britannica, nel lungo periodo l’invasione russa dell’Ucraina velocizzerà la transizione verso fonti con minore contenuto di carbonio, grazie alla volontà degli stati di rafforzare la propria sicurezza energetica. La transizione, secondo il rapporto, non sarà però abbastanza rapida da contenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale, evitando gli effetti peggiori della crisi climatica.
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Questo articolo è uscito sul numero 1485 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati