Dove vanno a finire tutti gli uomini che escono a comprare le sigarette e non tornano più? Nel folle romanzo di Clemens Setz, una combinazione segreta su un distributore automatico apre loro un passaggio in un regno intermedio sotterraneo, la porta d’ingresso di tutti quelli che abbandonano la vita. Alcuni restano lì per sempre, altri arrivano a Singapore o a San Pietroburgo con la metropolitana, e riappaiono con un nome falso e un nuovo taglio di capelli. Questa è solo una delle tante idee grottesche e brillanti dell’autore. Lo stesso si potrebbe dire del soggetto del libro. Si tratta dei cosiddetti bambini indaco, quelli con una strana “aura blu”, la cui sola presenza provoca mal di testa, diarrea ed eruzioni cutanee a tutti coloro che li circondano. Sono collocati in un istituto educativo speciale lontano dalla società. Alcuni, tuttavia, sono prelevati da lì, cioè scompaiono senza lasciare traccia. Altri si uccidono per disperazione. Siamo di fronte a una sofisticata metanarrazione in cui diversi livelli di tempo e realtà si completano a vicenda, a volte si annullano, e i filoni principali sono interrotti da flashback, digressioni e inserti documentali come lettere e cartelle cliniche. La preoccupazione principale del libro consiste nel dimostrare quanto sia diventato difficile distinguere fatti e finzioni nell’era di internet.
Jan Wiele, FrankfurterAllgemeine Zeitung
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Questo articolo è uscito sul numero 1490 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati