◆ L’azienda petrolifera statunitense Exxon aveva previsto già negli anni settanta che l’uso dei combustibili fossili avrebbe causato mutamenti climatici potenzialmente gravi. I documenti interni dell’azienda, che ha cambiato nome in ExxonMobil nel 1999, sono stati analizzati a fondo da tre ricercatori delle università di Harvard, negli Stati Uniti, e di Potsdam, in Germania. I rapporti scientifici furono realizzati da strutture interne dell’azienda a partire dal 1977.
Secondo un resoconto pubblicato su Science, i modelli usati dalla Exxon erano molto precisi. Prevedevano, per esempio, un aumento della temperatura media globale di 0,2 gradi ogni decennio, molto vicino agli 0,19 gradi previsti da molte università ed enti governativi. Gli esperti dell’azienda avevano anche stimato che gli effetti del riscaldamento del pianeta sarebbero diventati evidenti, rispetto alle normali oscillazioni climatiche, intorno al 2000, con una possibile variazione di cinque anni, com’è poi avvenuto. Alla Exxon erano anche consapevoli della necessità di limitare le emissioni di gas serra per evitare un riscaldamento eccessivo del pianeta, e di non poter quindi sfruttare tutte le risorse fossili disponibili.
Nonostante la precisione di queste analisi, i vertici dell’azienda hanno sostenuto pubblicamente che si trattava solo di ipotesi, senza basi scientifiche certe. In alcuni paesi, però, sono state avviate cause contro la ExxonMobil e altre aziende petrolifere che avevano realizzato studi simili.
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Questo articolo è uscito sul numero 1495 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati