“Chi l’avrebbe mai detto che la prima giornata di mobilitazione contro la riforma delle pensioni sarebbe stata un tale successo?”, si chiede ironicamente Libération. Il progetto del governo, che prevede di innalzare l’età pensionabile da 62 a 64 anni entro il 2030, era stato immediatamente respinto da tutti i sindacati, e i francesi hanno risposto in massa al loro appello. Il 19 gennaio almeno un milione di persone ha partecipato alle proteste, non solo nelle grandi città come Parigi e Marsiglia, ma anche nei piccoli centri di provincia. Secondo il quotidiano francese è il segno che l’opposizione alla riforma è stata amplificata dalle altre preoccupazioni economiche, in primo luogo quelle per l’inflazione. Questa prova di forza non è comunque bastata a scoraggiare il presidente Emmanuel Macron, che si è detto deciso ad andare avanti secondo i piani, e ora per le due parti comincia una vera e propria corsa contro il tempo. Il 23 gennaio la riforma è stata approvata dal consiglio dei ministri e nei prossimi giorni dovrebbe essere presentata in parlamento. I sindacati hanno indetto un’altra giornata di mobilitazione per il 31 gennaio. Resta da vedere chi trarrà vantaggio da una tabella di marcia così serrata, conclude Libération. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1496 di Internazionale, a pagina 18. Compra questo numero | Abbonati