L’abilità di Elia Barceló nel costruire la struttura narrativa e distribuire le varie componenti dell’intrigo non si discute, anche se su questi aspetti i modelli sono consolidati: dalla classica soap opera, con le sue dosi di suspense ottenute spezzando continuamente la narrazione, all’alternanza tra due o più enigmi distribuiti su fasce temporali che permettono di contrapporre il passato e il presente, o alla composizione a collage, che incorpora materiali – foto, lettere, pagine di diario, ritagli di giornale – conservati da una madre in una scatola da regalare alla figlia. La figura del padre, Goyo Guerrero, fratello d’armi di Franco, è al centro di uno dei fili della storia, che porta al colpo di stato del 23 febbraio. L’omicidio di sua figlia Alicia nella tenuta di famiglia di La Mora – nel 1969 – serve a proiettare l’attenzione sulle figure di quella piccola cerchia hippie. Il matrimonio della nipote di Helena Guerrero riporta questa brillante pittrice di fama internazionale a Madrid e la fa incontrare con i fantasmi di un passato da cui era fuggita. Ambizione, risentimento, gelosia, invidia, tradimento, adulterio guidano una trama che ci porta nel mondo dell’alta moda, dell’ingegneria finanziaria e della speculazione.
Samuel Sánchez, El País
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Questo articolo è uscito sul numero 1502 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati