Ecco un libro che non si lascia acciuffare facilmente. Si situa nel territorio del mistero, dell’infanzia e della poesia. Evoca mondi, immagini, personaggi ed emozioni, e leggerlo è un’avventura singolare, ma la storia che racconta a volte sfugge. A proposito, chi lo scrive? L’autrice o la scrittrice che ritrae? Il filo d’Arianna di questo testo dai molteplici percorsi è una “strana personcina di circa dodici anni”, Milly Vodović, una ragazza bellicosa e coraggiosa. Di origine bosniaca, nel 2008 vive nel sud degli Stati Uniti, un paese in cui, poco dopo l’11 settembre, i musulmani sono immediatamente assimilati ai terroristi. Milly, che non ha mai visto la Bosnia e si sente rifiutata nel luogo in cui vive, ha costruito il suo territorio incantato, vicino alla natura, parla con i fiori e gli animali e crede nei mostri nascosti nella notte. Intriso di rimandi ad autrici del Sud, da Flannery O’Connor a Carson McCullers, il libro flirta con il fantastico, realtà e immaginazione sono intimamente mescolate. La morte è onnipresente e la forma della tragedia s’impone. Il romanzo, tuttavia, grazie alla ricchezza del suo linguaggio, è di una bellezza luminosa.
Michel Abescat, Télérama
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Questo articolo è uscito sul numero 1507 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati