Fino agli anni sessanta in Ecuador la cumbia era suonata solo con gli strumenti tradizionali. Poi arrivò Polibio Mayorga. Prima cominciò a esibirsi con la fisarmonica, che non era ancora conosciuta: “Quasi tutti i musicisti già affermati mi prendevano in giro”, racconta Mayorga nelle note di copertina dell’antologia Ecuatoriana: el universo paralelo de Polibio Mayorga, (Analog Africa). Nel 1967 la sua versione di Cumbia triste diventò popolarissima e gli fece guadagnare il rispetto dei colleghi. Su richiesta del suo agente, colpito dal successo di uno strumento insolito, comprò un organo Hammond, facendolo diventare la bandiera del suo sound. “Ho tropicalizzato i ritmi tradizionali”, dice Mayorga. “Tutti suonavano il bandolin, la chitarra, la tromba, il sassofono e basta. Io sono stato il primo a usare l’organo elettronico”. Da lì il musicista diventò una grande star. Dischi come la sua versione di La llorona, un celebre pezzo folk messicano, contribuirono in maniera determinante a risollevare il mercato discografico dell’Ecuador, che attraversava un momento di crisi. Mayorga intanto comprò un Moog e arricchì ulteriormente il suo suono con l’elettronica più moderna. Alla fine degli anni settanta l’industria discografica, stanca del suo dominio nelle classifiche, gli chiese di non pubblicare più dischi, ma lui continuò a lavorare usando diversi pseudonimi. “Non ho tolto niente alla tradizione”, commenta Mayorga, “l’ho solo aperta al mondo”.
Maria Barros, Bandcamp
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Questo articolo è uscito sul numero 1508 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati