◆ La crisi climatica ha aggravato la siccità nel Corno d’Africa. Secondo i ricercatori del progetto World weather attribution, l’aumento delle temperature legato al riscaldamento globale ha infatti contribuito alla scarsità d’acqua in Etiopia, Somalia e Kenya. “La siccità”, scrivono i ricercatori, “ha causato perdite di raccolti e bestiame, deterioramento dei pascoli, minore disponibilità d’acqua in superficie e conflitti, lasciando 4,35 milioni di persone dipendenti dagli aiuti umanitari”.
La regione ha due stagioni delle piogge, una lunga e una corta. La crisi climatica ha influito su quella lunga, riducendo le precipitazioni, ma il fattore decisivo è stato l’aumento delle temperature medie di 1,2 gradi. Il caldo eccessivo ha infatti alimentato l’evaporazione, aggravando la siccità. Nel marzo di quest’anno le piogge sono tornate, ma l’emergenza alimentare non è ancora superata. La popolazione è vulnerabile perché gli agricoltori non hanno sistemi d’irrigazione e gli allevatori dipendono dalla salute dei pascoli.
I modelli climatici prevedono che nei prossimi anni la parte settentrionale del Corno d’Africa, a differenza di quella meridionale, registrerà un aumento delle piogge e un maggiore rischio di alluvioni. Sarà quindi fondamentale la capacità di adattamento a condizioni diverse. Secondo Joyce Kimutai del dipartimento meteorologico keniano, intervistata dal Washington Post, bisognerà migliorare le infrastrutture e introdurre forme di sostegno alla popolazione.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1510 di Internazionale, a pagina 112. Compra questo numero | Abbonati