◆ Tra il 26 e il 28 aprile alcune aree della Spagna, del Portogallo, del Marocco e dell’Algeria hanno registrato temperature di circa venti gradi superiori alla media stagionale. In Spagna e Portogallo sono state rilevate temperature massime rispettivamente di 38,8 e 36,9 gradi, mentre in Marocco si sono superati i 41 gradi e in Algeria i 40 (tutti record assoluti per il mese di aprile). Non è ancora disponibile un bilancio delle vittime.
Secondo i ricercatori del progetto World weather attribution, temperature così estreme non sarebbero state possibili senza la crisi climatica. Anche i climatologi, però, sono rimasti stupiti: gli attuali modelli prevedono un aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di caldo in Europa occidentale, ma non temperature simili ad aprile. Anche se fare previsioni attendibili è molto difficile, bisognerebbe accelerare le misure di adattamento. La pianificazione urbana ha permesso di ridurre i decessi legati al caldo in Spagna e in Portogallo. Anche i sistemi di allerta meteo, i piani anticaldo e una maggiore consapevolezza del rischio hanno avuto un ruolo importante. Secondo uno studio pubblicato su
Nature Communications, l’Afghanistan e una parte dell’America Centrale sono tra le aree più vulnerabili, non solo perché si prevedono ondate di caldo da record ma perché non hanno le risorse sanitarie ed energetiche che permettono di limitare i danni. In Europa sono particolarmente a rischio Germania, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1511 di Internazionale, a pagina 110. Compra questo numero | Abbonati