Un grande fotografo e critico riflette sulla condizione crepuscolare della fotografia a partire da alcune riflessioni sul pensiero canonico di Roland Barthes.
Alla guida della sua macchina l’autrice ci porta tra le strade dell’Avana, lungo i litorali e nelle zone rurali di Cuba, per raccontarne la complessità.
Sulla costa tra Augusta e Siracusa si trova il più grande polo petrolchimico d’Italia, che conta tre impianti di raffinazione, due stabilimenti chimici, tre centrali elettriche, un cementificio, due fabbriche di gas e decine di aziende: in questi trenta chilometri si consuma un disastro ambientale enorme.
Durante una notte in solitudine al museo dell’Acropoli, l’autrice intreccia il racconto di Atene, dei marmi del Partenone con la sua memoria intima più dolorosa.
Una storia artistica, letteraria, mitologica ed emozionale dei nostri capelli, del loro linguaggio e del loro immaginario.
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Questo articolo è uscito sul numero 1513 di Internazionale, a pagina 85. Compra questo numero | Abbonati