Nella politica argentina i colpi di scena non mancano mai e quest’anno si preannuncia particolarmente movimentato. A ottobre si vota per eleggere il presidente e il parlamento, e per mesi è sembrato che il conservatore Horacio Rodríguez Larreta, economista e sindaco di Buenos Aires, fosse il candidato più probabile per sfidare l’attuale governo peronista di centrosinistra. Ma ora, con un’inflazione annuale al 104 per cento, con il crollo del peso argentino sul mercato nero e una grave siccità che ha colpito le regioni rurali, aumenta la voglia di un cambiamento radicale.

Nella coalizione di centrodestra, Juntos por el cambio, sta emergendo la figura di Patricia Bullrich, ex ministra della sicurezza dalle posizioni estreme. Tuttavia è Javier Milei a beneficiare di più del caos economico. Al momento Milei è il politico più popolare in vista delle primarie di agosto, che indicheranno il candidato dell’opposizione. Apprezzato soprattutto dai maschi sotto i trent’anni, è una personalità insolita anche per gli standard argentini: vive da solo con cinque mastini a cui ha dato il nome di famosi economisti; mette in palio il suo stipendio di parlamentare su YouTube; è cattolico ma ha dichiarato che potrebbe convertirsi all’ebraismo; le due persone che gli sono più vicine sono la sorella e un rabbino. La retorica antisistema ha permesso a Milei di conquistare gli elettori più frustrati. La sua coalizione, Avanza libertad, è costruita intorno alla sua figura. “Milei è una celebrità”, spiega Martín Tetaz, parlamentare di centrodestra. Appare spesso in tv, mentre sui social network si lascia andare alle invettive contro la “casta”.

Nel 2022 Milei ha votato contro l’accordo raggiunto tra il governo di Buenos Aires e il Fondo monetario internazionale sulla ristrutturazione del debito da 44 miliardi di dollari contratto nel 2018 per evitare l’insolvenza. In base al nuovo accordo, entro l’anno l’Argentina dovrà ridurre il suo deficit fiscale portandolo all’1,9 per cento del pil (nel 2022 è stato del 2,3 per cento). In un’intervista all’Economist, Milei ha definito “troppo permissivi” i vincoli previsti dall’intesa. “La soluzione che ho in mente è molto più drastica”, ha aggiunto promettendo di tagliare la spesa pubblica “con la motosega” e di ridurre le spese del governo del 10 per cento del pil nel suo primo anno di presidenza.

Milei ha detto anche che preferirebbe “tagliarsi un braccio” piuttosto che aumentare le tasse. Inoltre si è impegnato a snellire la burocrazia e ad abbandonare il peso vincolando l’economia nazionale al dollaro, come ha fatto l’Ecuador.

Economia
Una crescita record
Inflazione in Argentina, percentuale (fonte: bbc mundo, indec)

In Argentina di solito le promesse di tagli al bilancio non fanno guadagnare voti. La maggior parte dei sondaggi indica che la dollarizzazione non è popolare e le proposte più estreme di Milei, come i passi indietro sull’aborto, l’introduzione di leggi permissive sul possesso di armi o la legalizzazione della compravendita di organi umani, preoccupano molti elettori. Ma in un paese in cui il populismo di sinistra ha prosperato per decenni, il suo successo è incredibile. “Piaccio perché sono l’unico che dice le cose come stanno. Qualcuno mi chiama pazzo, ma alla fine i pazzi hanno ragione su molte cose”, ha detto Milei. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1514 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati