Il 4 giugno l’Arabia Saudita ha annunciato che da luglio ridurrà di un milione di barili al giorno la sua produzione di greggio. Il taglio, che si aggiunge a quelli già decisi nei mesi scorsi, continuerà almeno fino alla fine del 2024. La decisione di Riyadh, spiega il Wall Street Journal, è stata presa in contrasto con gli altri paesi dell’Opec e con il gruppo alleato guidato dalla Russia. Gli Emirati Arabi Uniti e altri grandi produttori, infatti, hanno solo accettato di estendere i tagli annunciati in precedenza. Il vertice del 4 giugno è stato caratterizzato da forti tensioni, soprattutto tra l’Arabia Saudita e la Russia. “Mosca”, osserva il quotidiano statunitense, “continua a immettere sui mercati grandi volumi di greggio a prezzi scontati, con l’obiettivo di finanziare la sua economia in difficoltà e la guerra in Ucraina. In questo modo, però, vanifica gli sforzi di Riyadh, che invece fa di tutto per mantenere alte le quotazioni del petrolio e teme che un rallentamento dell’economia globale possa far crollare i mercati energetici. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1515 di Internazionale, a pagina 108. Compra questo numero | Abbonati