La controffensiva ucraina è cominciata solo da pochi giorni, ma i suoi contorni stanno diventando più chiari. Un primo asse è rivolto a est, verso la contesa città di Bachmut e la regione di Luhansk. Un secondo punta in direzione sudest da Vuhledar, nella regione di Donetsk. Il terzo, e probabilmente il più importante, è stato lanciato verso sud nella regione di Zaporižžja.

Alcuni segnali suggeriscono che quest’ultimo attacco sia diverso dagli altri due. Per prima cosa la portata e l’intensità dell’impegno ucraino, poi gli armamenti impiegati. Le immagini pubblicate dai mezzi d’informazione russi mostrano carri armati tedeschi Leopard 2 e blindati statunitensi Bradley e M113 vicino a Orichiv. Questo suggerisce che le forze ucraine abbiano impegnato nella zona alcune delle nove brigate armate e addestrate dagli alleati occidentali, comprese quelle che i documenti riservati del Pentagono pubblicati a febbraio indicavano come le meglio equipaggiate.

Da tempo gli esperti militari consideravano la regione di Zaporižžja un obiettivo logico per l’offensiva ucraina. La sua posizione al centro della linea del fronte significa che un attacco potrebbe intrappolare un gran numero di soldati russi in una sacca verso ovest, nella regione di Cherson. Molti potrebbero anche ritrovarsi bloccati in Crimea se le forze ucraine riuscissero a colpire nuovamente il ponte sullo stretto di Kerč. Nel caso in cui gli ucraini dovessero riconquistare la città di Melitopol, potrebbero interrompere le strade e le ferrovie che riforniscono la Crimea, tagliando il “ponte terrestre” che collega la Russia alla penisola occupata. Anche solo arrivare a una distanza che permetta di colpire questi collegamenti con l’artiglieria creerebbe enormi problemi a Mosca.

Perciò l’esercito russo ha costruito diverse linee di difesa a nord di Tokmak, che si estendono fino a trenta chilometri verso l’interno, come confermano le immagini satellitari. I sistemi di difesa comprendono trincee, rifugi, campi minati, fossati e altri ostacoli anticarro. La città è circondata da fosse circolari che possono ospitare squadre anticarro e capisaldi.

L’obiettivo di queste linee di difesa non è fermare un attacco, ma incanalare le forze nemiche verso determinate aree e rallentarle in modo da poterle colpire e disperdere. Le simulazioni condotte dagli alleati dell’Ucraina hanno dimostrato che un’avanzata verso Melitopol sarebbe difficile e dispendiosa. I fianchi sarebbero esposti ai contrattacchi e l’aviazione russa potrebbe colpire le colonne ucraine con bombe a lungo raggio.

Perdite significative

Le prospettive dell’offensiva sono ancora poco chiare. Alcuni esperti sono piuttosto pessimisti. “L’attacco procede lentamente”, spiega il finlandese Emil Kastehelmi. “Allo stato attuale non sembra che le cose si stiano mettendo particolarmente bene per gli ucraini”. Un filmato mostra alcuni carri armati Leopard 2 colpiti dalle mine e dall’artiglieria dopo aver percorso una strada stretta in fila singola, una tattica discutibile che l’anno scorso era costata cara ai mezzi corazzati russi.

Ma i funzionari occidentali restano fiduciosi. “Tutto sta andando secondo i piani”, precisa uno di loro. “Le cose vanno bene”, conferma una fonte dell’esercito ucraino, “ma avanzare è difficile. Perché l’offensiva andasse come volevamo avremmo avuto bisogno di più droni e pezzi d’artiglieria”. Michael Kofman, del centro studi Cna, raccomanda pazienza. “È ancora troppo presto per giudicare l’operazione, dato che i combattimenti hanno raggiunto solo le prime linee di difesa russe. Sembra che le forze ucraine abbiano conquistato terreno, ma gli scontri sono duri e ci sono delle perdite”. Pochi si aspettavano qualcosa di diverso.

Resta da vedere se l’offensiva somiglierà più a quella di Cherson o a quella di Charkiv. Nel 2022 l’avanzata ucraina verso Cherson è stata una battaglia lenta, sfiancante, in cui le linee del fronte hanno ceduto solo dopo mesi di battaglie inconcludenti. Al contrario, nella regione di Charkiv gli ucraini hanno subito sfondato un punto debole delle difese russe, e sono avanzate così rapidamente che i russi non avevano avuto il tempo di riorganizzarsi. Il risultato è stato una disfatta.

Oggi le linee russe sono molto più dense e protette rispetto a quanto lo fossero a Charkiv, ma l’esercito ucraino è meglio equipaggiato e addestrato. È possibile che con i primi attacchi a Zaporižžja voglia costringere la Russia a inviare le sue scarse riserve nella seconda e nella terza linea di difesa, creando un vuoto altrove.

Mosca non può permettersi di spostare tutte le sue truppe a sud, perché gli attacchi ucraini si sono intensificati anche a est, dove il comandante Oleksandr Syrskyj sta tentando una manovra a tenaglia a Bachmut. In quella zona il fronte russo è tenuto da un buon numero di soldati, ma poco addestrati.

Nella regione di Cherson, invece, l’inondazione causata il 6 giugno dalla distruzione della diga di Kachovka ha provocato non solo una catastrofe umanitaria, ma anche gravi danni alle postazioni difensive russe. Quando il livello dell’acqua sarà sceso, per gli ucraini potrebbe essere più facile attraversare il fiume e attaccare la sponda orientale. I generali ucraini stanno cercando di tenere aperte diverse possibilità, e l’operazione è ancora all’inizio.◆ as

Da sapere
Aumentano le vittime civili

◆ Il 13 giugno 2023 un missile russo ha colpito un edificio residenziale e un magazzino a Kryvyj Rih, uccidendo almeno undici civili e ferendone 28. Un altro bombardamento russo ha provocato almeno tre vittime a Odessa. Intanto il bilancio dell’inondazione provocata dalla distruzione della diga di Nova Kachovka, avvenuta il 6 giugno, è salito a 27 morti. Decine di persone risultano ancora disperse. Reuters


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Questo articolo è uscito sul numero 1516 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati