“Silvio Berlusconi disse di sé: ‘Solo Napoleone ha fatto di più’, non gli è mai mancata la fiducia in se stesso e l’amor proprio. Si considerava uno dei grandi della storia mondiale e un benefattore dell’Italia e degli italiani”, scrive Andres Wysling sul quotidiano svizzero Neue Zürcher Zeitung. “Per chi lo criticava”, prosegue, “Berlusconi era nel migliore dei casi un seduttore e nel peggiore un bugiardo. Sembrava credere alle sue stesse bugie. Tutto in lui era falso: il volto tirato, i capelli e le sue promesse. Aveva anche falsi amici e complici, soprattutto mafiosi. Ma era proprio l’astuzia e la spudorata, sfacciata e sconsiderata violazione della legge e della morale a sedurre molti italiani e italiane. Altrimenti non avrebbero dato più volte a Berlusconi la possibilità di governare”.
Il corrispondente dall’Italia racconta che per molti era un modello perché ci sapeva fare con gli affari, la politica, il calcio e le donne. A proposito della megalomania del leader di Forza Italia, sul sito della Neue Zürcher Zeitung si può vedere il video di quando, nel 1993, ha invitato l’ex leader sovietico Michail Gorbačëv nella sua villa di Arcore e gli ha mostrato il mausoleo che si era fatto costruire. C’è anche la foto della tessera d’iscrizione alla loggia massonica Propaganda 2 (P2), che riuniva “potenti personaggi del mondo degli affari, della politica e della criminalità. In questo ambiente si voleva preparare un colpo di stato anticomunista, che però non fu mai attuato”. Nel commentare l’eredità lasciata da Berlusconi, il quotidiano portoghese Público scrive: “È stato il precursore di una formula politica di successo, che unisce il carisma di un populista spudorato allo sfruttamento dei mezzi d’informazione, e cancella le differenze tra realtà e percezione. Donald Trump diventerà l’emblema di questo modello, ma anche altri useranno gli stessi metodi”. “Silvio Berlusconi ha trasformato l’Italia in una ‘mediacrazia’. Una forma di stato in cui, grazie al controllo dei mezzi d’informazione, non contavano i programmi politici, ma solo i soldi e la fama”, scrive il quotidiano economico greco Naftemporiki. “Con i suoi canali televisivi è stato anche il creatore della moderna ‘democrazia dell’intrattenimento’”, ha aggiunto. Oliver Meiler ha scritto sul quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung: “Silvio Berlusconi una volta consigliò ai dipendenti di uno stabilimento della Fiat in Sicilia, disperati perché erano stati messi in cassa integrazione, di accettare un secondo lavoro in nero. Incoraggiando i lavoratori a farsi furbi e a ignorare il fisco. Poi, rivolto alle telecamere, sorrise. È questo sorriso che oggi rimane. E gli italiani ora si chiedono se abbia sorriso con loro, complice, o se abbia riso di loro. In ogni caso in molti si sono lasciati sedurre da lui, più volte. La quantità di botox che si è fatto iniettare alla fine ha distorto quel sorriso in una smorfia congelata”.
Molto diversa l’opinione del settimanale russo Komsomolskaja Pravda, “C’è una foto simbolica del 2002 del presidente del consiglio italiano in piedi tra George W. Bush e Vladimir Putin: i tre si stringono la mano. È stato proprio Berlusconi per qualche tempo a fare da mediatore nelle relazioni diplomatiche tra la Russia e gli Stati Uniti. Ha svolto un enorme lavoro preparatorio per la creazione del Consiglio Nato-Russia. A volte le sue azioni gli sono costate care. Non nascondeva di essere un amico personale del presidente russo. Berlusconi si è sempre mostrato così com’era, e proprio questo lo rendeva attraente. Aveva costruito un impero mediatico, e diceva di poter rendere l’Italia uno stato forte grazie alla sua esperienza di imprenditore”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1516 di Internazionale, a pagina 27. Compra questo numero | Abbonati