È complicato criticare la misurata drammatizzazione del disastro di Fukushima del 2011. Sembra infatti un po’ irrispettoso dire che la serie è fin troppo aderente ai fatti e può risultare un po’ faticosa per lo spettatore. D’altra parte, proprio la completezza è uno dei suoi punti di forza. A mancare è l’aspetto più universale che, per esempio, rimanendo in tema, nella miniserie _Chernobyl _era rappresentato dagli evidenti segnali del crollo dell’Unione Sovietica intrappolata nella sua cieca propaganda. Fantastica l’interpretazione di Koji Yakusho nei panni di Yoshida, il direttore della centrale nucleare. The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1517 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati