◆ Anche le navi mercantili devono contribuire alla lotta contro la crisi climatica. I paesi dell’Organizzazione marittima internazionale hanno fissato nuovi obiettivi per il settore: prevedono una riduzione delle emissioni di gas serra del 20 per cento, o preferibilmente del 30 per cento, entro il 2030. L’obiettivo finale è la neutralità carbonica nel 2050. La decisione riguarda però il trasporto internazionale e non quello interno.
Secondo molti analisti l’accordo è però insufficiente, scrive il Guardian. Il settore è responsabile del 3 per cento delle emissioni totali e, se fosse un paese, sarebbe tra i dieci più inquinanti, afferma The Conversation. L’accordo non sarebbe neanche in linea con l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro la soglia di 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale, come previsto dall’accordo di Parigi. Il problema è soprattutto politico, spiega Mit Technology Review. Molti paesi, infatti, si sono opposti all’idea di applicare al trasporto marittimo una tassa legata alle emissioni.
I mercantili potrebbero già ridurre le emissioni navigando più lentamente o sfruttando il vento con delle vele. Anche lo sviluppo di nuovi carburanti, sintetici o bio, potrebbe migliorare la situazione. Questi accorgimenti permetterebbero una riduzione delle emissioni del settore di quasi il 50 per cento entro il 2030, ma farebbero aumentare i costi del 6-14 per cento. Arrivare a zero emissioni richiede invece soluzioni che al momento non sono disponibili sul mercato.
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Questo articolo è uscito sul numero 1521 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati