Il pubblico sudafricano è abituato al fatto che alcuni artisti diventano famosi da un giorno all’altro e poi spariscono. Dopo l’avvento di internet, è successo diverse volte. Passando attraverso scene nuove e frenetiche come l’house, il gqom e l’amapiano, l’ascesa di molti di loro è stata tanto rapida quanto fugace. Ch’cco non è uno di questi. Esploso nel 2021 con l’ormai classico successo amapiano Nkao tempela, l’ex rapper è riuscito a capitalizzare la sua svolta sonora. Il suo flow pigro, che mescola la spavalderia dell’hip hop statunitense con riferimenti culturali alla città dov’è cresciuto, Pretoria, è diventato un marchio di fabbrica. Con pochi ep alle spalle, nel 2022 ha piazzato un altro successo, Pele pele, e si è imposto come il nuovo ragazzo d’oro del Sudafrica, arrivando a riempire locali in Europa e a collaborare con artisti internazionali come il nigeriano Teni. “Crescere nel quartiere di Mamelodi, a Pretoria, è stato fantastico. Inizialmente sono stato allevato da mia nonna a Soweto, dove ho conosciuto molte culture: zulu, tsonga, venda. Ma a Mamelodi era tutto diverso. Il rap di Motswako mi ha influenzato molto, per esempio”, racconta Ch’cco. Che effetto gli fa riempire i club in Europa? “È pazzesco. A volte riceviamo un’accoglienza migliore che a casa. Non ti aspetti che la tua musica arrivi così lontano. Siamo fortunati di poter interagire con così tante persone e speriamo di fare ancora di più. E di riempire la O2 a Londra!”
Nils Bourdin, Pam

Ch’cco (Dr)

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Questo articolo è uscito sul numero 1527 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati