Migliaia di persone sono arrivate la notte dell’11 settembre all’Estadio nacional di Santiago del Cile per rendere omaggio a Salvador Allende e alle vittime della dittatura del generale Augusto Pinochet, nel cinquantesimo anniversario del golpe che nel 1973 rovesciò il governo socialista. Lo stadio fu il principale centro di detenzione e tortura durante il regime militare. Le celebrazioni hanno messo in evidenza nel paese una forte divisione politica, con la destra che ha rivendicato l’eredità di Pinochet e ha giustificato il colpo di stato, affermando che la democrazia era già molto indebolita. “Sono stati giorni bui per il paese”, ha scritto Daniel Matamala su La Tercera. “Invece di ristabilire un compromesso con i valori democratici, questi cinquant’anni ci hanno riportato a una situazione che credevamo superata: la giustificazione del golpe, la relativizzazione dell’orrore e il contesto usato come attenuante”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1529 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati