I dieci racconti di Le conseguenze sono ambientati per lo più negli anni ottanta, nella vasta Central valley della California, un bacino agricolo favolosamente fertile che genera immense ricchezze per pochi e un lavoro precario e mal pagato per chi lavora nei campi. Il racconto di apertura comincia con questa frase: “La sua preoccupazione immediata era il denaro”. Delfina è nuova in città. Suo marito non è tornato dal lavoro nei campi, forse sequestrato dalle autorità. Mentre aspetta sui gradini di casa, l’avvicina una donna, Lis, che le propone di unirsi a lei per raccogliere pesche e dividere i guadagni. L’affitto va pagato entro un paio di giorni e Delfina accetta. Con immensa abilità Muñoz mostra come la privazione e la disperazione possano portare a scelte ignobili. Nel racconto che dà il titolo al libro, il solitario Mark incontra il vivace e attraente Teddy e presto gli chiede di trasferirsi a casa sua. Quando Teddy si ammala (forse di hiv), Mark mostra il suo vero volto e chiede a Teddy di tornare dalla sorella in Texas. Mark non riceve mai la telefonata che si aspetta da Teddy, in cui potrebbe scusarsi, e alla fine scopre che è morto. Percorre molte ore di macchina per raggiungere il funerale, dove capisce di non essere il benvenuto e dove prova finalmente l’amore che non riusciva a esprimere quando Teddy era vivo. Muñoz conferisce tenerezza e immediatezza a queste storie di segreti e nascondigli, desideri, vulnerabilità e fughe imperfette.
David Hayden, The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1530 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati