◆ Lungo la costa occidentale dell’America Centrale una catena di vulcani si estende per più di mille chilometri dal Guatemala a Panamá. È l’arco vulcanico centroamericano, formato dalla subsidenza tra la placca tettonica di Cocos e quella caraibica. Fa parte della cintura di fuoco del Pacifico, una fascia geologicamente attiva lunga quarantamila chilometri che circonda questo oceano.
Il Salvador ha una superficie di appena ventimila chilometri quadrati, ma il suo territorio conta ben venti vulcani. Il più attivo è il San Miguel, che ha eruttato l’ultima volta nel maggio 2023. Questa immagine, scattata dal satellite Landsat 8, mostra l’area metropolitana della capitale del paese, San Salvador, che ospita 6,6 milioni di persone e sorge in un panorama dominato da coni e caldere.
Appena a ovest della città, l’omonimo vulcano raggiunge i 1.900 metri di altezza. La sua eruzione più recente, nel 1917, generò una colata di lava ancora visibile sul fianco settentrionale del cono e causò la morte di più di mille persone. L’evento fu preceduto da un terremoto di magnitudo 6,3 che durò 35 minuti e provocò altre mille vittime. Scosse di forte intensità hanno colpito San Salvador anche nel 1965, nel 1986 e nel 2021, distruggendo molti dei suoi edifici storici.
Il lago Ilopango, a est della città, è uno dei più grandi del paese. Si è formato nella caldera lasciata da una potentissima eruzione vulcanica avvenuta al tempo dei maya. Fino a pochi anni fa si credeva che le emissioni provocate dall’eruzione dell’Ilopango fossero state la causa di un decennio di freddo anomalo nell’emisfero settentrionale cominciato verso il 540 dopo Cristo, ma uno studio del 2020 ha situato l’evento più di un secolo prima, intorno al 431 dopo Cristo.–Nasa
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Questo articolo è uscito sul numero 1535 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati