◆ All’inizio di novembre negli Stati Uniti è stato cancellato il progetto della prima centrale nucleare con minireattori. L’impianto, composto da sei small modular reactor (smr), avrebbe dovuto essere costruito nello Utah dall’azienda NuScale Power, scrive Science. Il committente, l’agenzia pubblica Uamps, si è però ritirata dopo che il costo stimato dell’energia ha raggiunto gli 89 dollari per megawattora, circa il triplo rispetto al solare o all’eolico. Il progetto, finanziato dal dipartimento dell’energia, avrebbe dovuto rianimare la moribonda industria nucleare statunitense, ma i suoi costi sono raddoppiati fino a toccare i 9,3 miliardi di dollari. I minireattori non sono migliori di quelli tradizionali, che usano il combustibile in modo più efficiente, ma sono più semplici da progettare e possono essere prodotti in serie e poi trasportati. Ne esistono diversi tipi: quelli della NuScale sono raffreddati ad acqua, mentre altri adottano soluzioni più innovative. L’azienda ha in progetto la costruzione di smr in Romania, Kazakistan, Polonia e Ucraina. Malgrado gli ostacoli, negli Stati Uniti l’interesse per il nucleare resta forte: secondo alcuni, questa tecnologia può compensare la discontinuità del solare e dell’eolico. Alla centrale Vogtle, in Georgia, sono stati aggiunti due nuovi reattori, uno dei quali è già in funzione. I costi sono però più che raddoppiati e i lavori sono stati completati con sette anni di ritardo. Per questo nel paese non ci sono altre grandi centrali in costruzione.
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Questo articolo è uscito sul numero 1538 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati