Fino a non molto tempo fa gli spalti in fondo agli stadi di calcio spagnoli offrivano un palcoscenico a tantissime persone con un profondo e costante interesse per la violenza, fisica o verbale. C’erano svastiche dappertutto e cori razzisti o anche omofobi erano scanditi in continuazione. Qualcosa che non aveva nulla a che fare con il calcio. Si trattava di violenza per il gusto della violenza, di odio per il gusto dell’odio. Erano – e lo sono ancora oggi – lo sfogo per traumi risalenti all’infanzia o all’adolescenza e che si traducevano in un odio apparentemente irrazionale. Il segreto di Amador di Kiko Amat parte da questo odio atavico e costruisce una storia di personaggi distrutti che, senza saperlo, cercano una riparazione. Qualunque essa sia. Attraverso la violenza o attraverso l’amore. Amador fa parte di un gruppo di ultrà del Barcellona e si dedica a estorsioni, spaccio di droga e pestaggi. Nasconde la sua omosessualità. César, che giocava a rugby, si dedica a uccidere pedofili o pirati della strada. Vedranno le loro vite intersecarsi in modo imprevisto per due persone che cercavano solo vendetta. Un libro pieno di violenza e di odio contro tutto e tutti. Una vendetta contro la vita.
Pedro Zuazua, El País

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Questo articolo è uscito sul numero 1540 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati