La fortuna gioca un ruolo enorme e spesso non riconosciuto nel successo professionale. Fin dal grembo materno. Warren Buffett ha detto una volta che essere nato negli Stati Uniti in una certa epoca e con caratteristiche che l’economia di mercato valorizza ha significato per lui aver vinto alla “lotteria delle ovaie”. Avere un bell’aspetto significa salari più alti e maggiori possibilità di essere chiamati per un colloquio di lavoro.

Le prime tappe di una carriera sono spesso condizionate dalla fortuna: trovare un capo particolarmente incoraggiante o ottenere un incarico che porta in una direzione inattesa ma determinante. La buona sorte può influire sulle professioni più razionali. Un saggio pubblicato nel 2022 da Qi Ge, del Vassar college, e Stephen Wu, dello Hamilton college, rilevava che gli economisti con nomi più difficili da pronunciare, tra cui quelli appartenenti a minoranze etniche, avevano meno probabilità di ottenere incarichi accademici.

Nei mercati finanziari gli investitori più brillanti in un certo periodo spesso perdono smalto in quello successivo. L’aumento di investimenti passivi (i fondi che replicano l’andamento di un indice) riflette il fatto che solo pochi operatori sono in grado di avere costantemente prestazioni migliori rispetto all’andamento complessivo dei mercati. La storia del settore petrolifero è costellata di scoperte inattese. Uno studio di Alexei Milkov e William Navidi, della Colorado school of mines, spiega che il 90 per cento dei professionisti del settore è convinto che la fortuna sia decisiva nei progetti di esplorazione. Gli autori hanno analizzato cinquant’anni di trivellazioni sulla piattaforma continentale norvegese, arrivando alla conclusione che le differenze tra i tassi di successo delle diverse aziende erano casuali.

Esiste da tempo un dibattito sul ruolo della fortuna nel determinare i salari dei dirigenti. Martina Andreani e Lakshmanan Shivakumar, della London business school, e Atif Ellahie, dell’università dello Utah, hanno analizzato le conseguenze del taglio alle tasse alle imprese deciso nel 2017 negli Stati Uniti. Una misura che ha portato a grandi guadagni o perdite per le aziende in base a operazioni già concluse che non potevano essere attribuite alle competenze dei dirigenti. Eppure i guadagni hanno fatto aumentare i compensi dei manager.

Voglia di correre rischi

È anche vero che il ruolo della fortuna può essere sopravvalutato. Per arrivare ai vertici servono anche talento e duro lavoro. Qualcuno sostiene che gli imprenditori sono semplicemente persone abbastanza fortunate da avere una grande voglia di correre rischi, ma le competenze in realtà sono rilevanti. In una ricerca del 2006 Paul Gompers, dell’università di Harvard, e alcuni colleghi hanno dimostrato che i fondatori di un’azienda di successo hanno maggiori probabilità di ottenere buoni risultati nella loro impresa successiva rispetto agli imprenditori a cui non è andata bene. Una tecnologia migliore e una maggiore competenza riducono il ruolo della fortuna.

Per i singoli individui, tuttavia, sarebbe meglio aumentare le possibilità che la fortuna giochi a favore. I partner della Y Combinator, un acceleratore di startup, promuovono l’iscrizione ai loro programmi per aumentare “l’area di superficie della fortuna”: mettersi in situazioni in cui si può fallire è un modo per aumentare l’incidenza del caso. Milkov e Navidi osservano che la probabilità di essere fortunati nelle esplorazioni petrolifere aumentano se le aziende realizzano diversi pozzi indipendenti tra loro.

Avere fortuna può significare che una decisione sbagliata può portare a un buon risultato o, viceversa, che i manager dovrebbero imparare a valutare il successo di un’iniziativa sulla base del processo oltre che del risultato.

E se con il passare del tempo è possibile capire la differenza tra competenze e fortuna, allora premiate le persone in base alla costanza delle prestazioni, non ai picchi isolati. Buffett avrà avuto fortuna all’inizio, ma dopo una vita di successi negli investimenti possiamo dire che è stato in grado di massimizzarla. ◆ gim

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Questo articolo è uscito sul numero 1540 di Internazionale, a pagina 115. Compra questo numero | Abbonati