L’ambientazione (Glasgow) e l’argomento (il sesso) sono quelli di sempre ma Povere creature! è il primo romanzo storico di Alasdair Gray. Le attività di ospedali, bordelli e tribunali del 1880 sono accuratamente ricostruite come sfondo di avvenimenti che nella realtà non sarebbero mai potuti accadere. Al centro del libro c’è un testo intitolato Episodi dalla giovinezza di un ufficiale sanitario scozzese stampato a proprie spese nel 1909 da un tale Archibald McCandless. Racconta l’amicizia di uno studente di medicina con il solitario Godwin Baxter, mezzo Frankenstein e mezzo Elephant man, che ha creato una Venere-bambina di 26 anni trapiantando il cervello del feto nella testa della madre che si era uccisa. Questa è Bella, la donna che McCandless sposerà però solo dopo una lunga “luna di miele” con un noto donnaiolo, per il massimo scorno del suo promesso sposo. Ma questo finto memoir è solo una parte di un complicato marchingegno narrativo. L’introduzione di Gray è una piacevole descrizione di come il memoir sia stato ritrovato. Ci sono 40 pagine di “note storiche e critiche” giocosamente pedanti che obbligano cinquant’anni di cultura britannica a inchinarsi all’inventiva di Alasdair Gray con, tra le altre cose, poesie di Tennyson (vere) e di Kipling (false). La parte più apertamente parodistica ma anche più fresca del romanzo è la narrazione di McCandless, un necrofilo mix di malinconia scozzese, melodramma manipolatorio e fanta-medicina. Il tentativo di Gray di essere sempre malizioso alla lunga può stancare ma il lettore è premiato da una scrittura visionaria, ornata e meravigliosamente oltraggiosa.
Mick Imlah, The Independent
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Questo articolo è uscito sul numero 1549 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati