“Le immagini degli incendi forestali che dal 2 febbraio stanno colpendo le zone centrali del Cile, in particolare la regione di Valparaíso, poco più di cento chilometri a ovest della capitale Santiago, raccontano la tragedia di uomini e donne rimasti intrappolati dalle fiamme. Quando l’incendio viene domato e la cortina di fumo si dissolve, alcuni corpi sono coperti con un lenzuolo mentre altri rimangono sotto gli occhi di tutti. Finora il bilancio, destinato ad aumentare, è di almeno 131 persone morte, di cui solo trenta sono state identificate”, scrive Flora Genoux, corrispondente del quotidiano Le Monde. Il presidente cileno Gabriel Boric il 4 febbraio ha visitato la regione più colpita dagli incendi e ha dichiarato due giorni di lutto nazionale. Poi ha aggiunto che si tratta della tragedia più grande vissuta dal paese dopo il terremoto e lo tsunami del 2010, quando morirono cinquecento persone. Migliaia di case sono state distrutte dalle fiamme con i danni maggiori registrati a Viña del Mar. Secondo i dati del ministero dell’interno, il 3 febbraio gli incendi avevano bruciato 43mila ettari in tutto il paese, soprattutto nel centrosud.
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Questo articolo è uscito sul numero 1549 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati