La sclerosi multipla colpisce circa 1,8 milioni di persone nel mondo. Tra i sintomi ci sono spossatezza, vista sfocata e problemi di deambulazione. Alcuni pazienti sviluppano grave disabilità e complicanze che possono causare la morte. Non esiste una cura, e ci sono poche terapie per gli stadi avanzati. Ma alcuni recenti risultati hanno suggerito un’idea allettante: il vaccino contro un virus comune potrebbe finalmente consegnare la malattia ai libri di storia?
La sclerosi multipla insorge quando il sistema immunitario attacca la mielina, il tessuto isolante che riveste le fibre nervose del cervello e del midollo spinale e gli permette di inviare segnali elettrici. La maggior parte delle terapie esistenti si concentra sulla modulazione o soppressione del sistema immunitario. Da non molto, per esempio, sono cominciati i trial di un nuovo tipo d’immunoterapia nota come Car-T, che prevede di rimuovere le cellule immunitarie, modificare il loro dna e reimpiantarle nel paziente.
Nel 2022 è stato individuato il motivo per cui il sistema immunitario attacca la mielina: il virus di Epstein-Barr (Ebv), che causa la mononucleosi. Grazie a questa scoperta sono emerse nuove possibilità di trattamento, e al momento sono in corso i trial di antivirali e vaccini contro il virus.
Quasi tutte le persone affette da sclerosi multipla mostrano segni d’infezione da Ebv, ma questo vale anche per il 95 per cento degli adulti sani. Più o meno la metà della popolazione lo incontra durante l’infanzia, e di solito rimane nel sistema immunitario e nelle cellule della gola senza arrecare alcun danno. La metà circa delle persone che viene a contatto con il virus dopo l’infanzia contrae la mononucleosi.
Per dimostrare il legame con la sclerosi multipla, un gruppo di ricercatori coordinato da Alberto Ascherio dell’università di Harvard ha seguito più di dieci milioni di dipendenti delle forze armate statunitensi che si sottopongono a regolare esame del sangue per l’hiv. Durante lo studio a 955 di loro è stata diagnosticata la sclerosi. A quel punto gli scienziati hanno testato i loro campioni di sangue cercando segni d’infezione da Ebv. Tutti tranne uno avevano gli anticorpi contro il virus, un dato molto più elevato del normale.
La fase successiva è stata capire come in alcune persone il virus riesca a scatenare il sistema immunitario contro l’organismo. Un articolo pubblicato su Nature nel 2022 mostrava che una proteina prodotta dall’Ebv ha una struttura simile a una presente nelle cellule umane, cruciale per la produzione della mielina. In alcune persone gli anticorpi creati per neutralizzare l’Ebv hanno inavvertitamente attaccato anche il sistema nervoso. E nel dicembre 2023 sono state individuate alcune varianti genetiche capaci di aumentare la probabilità che si verifichi questa confusione.
Un precedente incoraggiante
Le terapie antivirali potrebbero ridurre la quantità di virus che circola nel sistema immunitario dei pazienti. Da un ampio studio internazionale pubblicato a dicembre è emerso che chi convive con l’hiv e assume farmaci antivirali aveva meno probabilità di ammalarsi di sclerosi multipla. I trial clinici su larga scala, però, devono ancora giustificare tale ottimismo. Da uno studio limitato sull’antivirale Famciclovir, pubblicato a gennaio, si è scoperto che il farmaco non ha avuto effetto sui livelli di Ebv nella saliva di pazienti con sclerosi multipla. Altri studi sono in corso negli Stati Uniti e in Norvegia.
Nel frattempo sono in fase di sperimentazione due vaccini contro il virus, uno della Moderna, l’altro del National institute of allergy and infectious diseases (Niaid) degli Stati Uniti. Anche se risultassero efficaci, ci vorranno anni prima che i ricercatori ne conoscano gli effetti sulla sclerosi multipla, perché la malattia si sviluppa anni dopo l’infezione. Ma ci sono buone speranze. “Lo si può paragonare al vaccino contro il papillomavirus (hpv)”, dice Jessica Durkee-Shock, che coordina il trial del Niaid. “Abbiamo aspettato più di dieci anni per poter dimostrare che poteva prevenire il cancro della cervice uterina”. Il vaccino contro l’hpv ha eliminato quel tumore nelle donne che l’hanno ricevuto da piccole. Gli scienziati sperano che ora tocchi alla sclerosi multipla. ◆ sdf
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Questo articolo è uscito sul numero 1553 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati