Due studi pubblicati sul Journal of the American Medical Association hanno concluso che le persone colpite dalla cosiddetta sindrome dell’Avana non hanno riportato danni cerebrali permanenti. Il disturbo era stato individuato a partire dal 2016 tra il personale delle ambasciate statunitensi, prima nella capitale cubana e poi in altre sedi, e si manifestava con mal di testa, vertigini e insonnia. All’epoca si era ipotizzato che fossero gli effetti di un attacco con un’arma sconosciuta, ma i nuovi studi non hanno trovato alcun elemento a supporto di questa tesi.
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Questo articolo è uscito sul numero 1555 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati