◆ Questa fotografia, scattata da un astronauta a bordo della Stazione spaziale internazionale, mostra una parte del deserto del Namib appena alle spalle dell’oceano Atlantico. Al centro dell’immagine è visibile il massiccio Brandberg, che con i suoi 2.573 metri è il punto più alto della Namibia. È chiamato Daures in damara, la lingua locale, ed è sacro per il popolo san, i cui antenati sono considerati gli autori del famoso dipinto rupestre della “dama bianca”.
Il Namib è un antico deserto costiero dove il suolo è sottile o assente, per questo dallo spazio è possibile osservare rocce di vario aspetto e colore. Il Brandberg, classificato come un’intrusione granitica, appare di un rosso opaco. Tutti i graniti della regione risalgono a una frattura continentale avvenuta 132 milioni di anni fa, quando l’Africa e il Sudamerica hanno cominciato a separarsi. Altre rocce sono molto più antiche. Gli scisti grigiastri a nordovest del Brandberg dovrebbero essersi formati tra i 750 e i 650 milioni di anni fa, e le rocce sedimentarie a sudest tra i 300 e i 250 milioni di anni fa. Il cratere Messum, creato da una delle più grandi eruzioni vulcaniche di sempre, risale allo stesso periodo della frattura continentale.
La cittadina di Uis, sorta vicino a una miniera di stagno, è il punto di partenza per i turisti che visitano le pitture rupestri e i siti archeologici della zona, specialmente nella gola di Tsisab.–Nasa
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Questo articolo è uscito sul numero 1559 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati