Tutti sanno è un classico giallo hard boiled sulle vicende di un’addetta alle pubbliche relazioni di Hollwood specializzata nel tenere lontana la stampa dagli scandali dei suoi clienti famosi. Mae Pruett arriva quando divi del cinema, grandi produttori o uomini politici finiscono in qualche guaio. Se Los Angeles è la città dove “nessuno parla ma tutti bisbigliano”, il lavoro di Mae è quello di tenere quei bisbigli “sotto Xanax”. Tutti sanno è un noir per l’era del MeToo. La sua trama serrata ha tutti gli ingredienti: attrici vulnerabili, giovani e belle, uomini di potere depravati e loschi affari immobiliari. Nessuno di questi elementi però ha mai un sapore artificioso. La stessa Mae è un personaggio complesso dal punto di vista morale: accetta che il più delle volte il suo lavoro consista nel riabilitare gente cattiva e di “separare il potere dalla responsabilità”. Mae e il suo ex innamorato, un detective privato, incapperanno però in qualcosa di grosso, una rete occulta chiamata “La bestia”, che li costringerà entrambi in un gioco diverso dal solito. Leggere Tutti sanno è come guardare Viale del tramonto per la prima volta. Le descrizioni degli aspetti più strani e rituali di Los Angeles sono particolarmente azzeccate. È un thriller che potrebbe piacere molto allo stesso Raymond Chandler che tuttavia rimarrebbe stupefatto dal taglio femminista della storia. Sicuramente apprezzerebbe comunque il fatto che il genere hard boiled, da lui creato, sia ancora oggi più che mai ossessionato dagli stessi falsi miti di sempre.
Maureen Corrigan, Npr
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Questo articolo è uscito sul numero 1559 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati