◆ È in corso un nuovo evento globale di sbiancamento dei coralli, ha annunciato la National oceanic and atmospheric administration (Noaa), l’agenzia degli Stati Uniti per il monitoraggio degli oceani e dell’atmosfera. È il quarto dal 1998 e il secondo degli ultimi dieci anni. Lo sbiancamento dei coralli avviene quando questi animali perdono le alghe con le quali vivono in simbiosi. Se la condizione si protrae nel tempo, i coralli possono morire. Tra il 2023 e il 2024 il fenomeno è stato osservato in più regioni: nei Caraibi, lungo la costa brasiliana, nel Pacifico orientale dal Messico alla Colombia, nella grande barriera corallina australiana, in molte aree del Pacifico meridionale, incluse la Polinesia Francese, Samoa e Fiji, nel mar Rosso, nel golfo Persico e nel golfo di Aden. Anche nell’oceano Indiano sono stati osservati episodi di sbiancamento, in particolare lungo la costa di Tanzania e Kenya, al largo di Mauritius e delle Seychelles e sulla costa occidentale dell’Indonesia. “I modelli climatici suggeriscono da anni che questi episodi aumenteranno di frequenza e intensità con il riscaldamento degli oceani”, spiega la Noaa. Lo sbiancamento dei coralli è provocato dallo stress dovuto alla temperatura eccessiva, ma può essere aggravato dall’inquinamento e da altri fattori ambientali. “Nell’agosto 2023 la temperatura media globale degli oceani ha stabilito un nuovo record assoluto, e da allora è stata superiore alla media stagionale quasi ogni giorno”, scrive la Bbc.
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Questo articolo è uscito sul numero 1560 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati